Giustizia tributaria, una proposta di riforma

Giudici di Cassazione
di Giovambattista Palumbo*
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Mercoledì 27 Febbraio 2019, 20:56 - Ultimo aggiornamento: 16 Marzo, 17:20
Come è emerso in occasione della recente inaugurazione dell’anno giudiziario tributario, una riforma della Giustizia tributaria non è più procrastinabile. L’esame dei numeri in gioco in questo caso è determinante. Il contenzioso fiscale più rilevante (cause sopra un milione di euro), pur essendo numericamente irrisorio, vale infatti quasi tutto il valore delle liti pendenti davanti alle Commissioni Tributarie (pari, nel complesso, a circa 30 miliardi), che dunque sono “ingolfate” da migliaia e migliaia di cause di ridotto (a volte ridottissimo) valore.

E le cause da 100.000,00 Euro in su (pari a circa il 90% del valore totale oggi in giudizio) sono, numericamente, solo circa il 10% del totale. Partendo da questi numeri ed anche considerato che la chiusura liti di cui al recente decreto fiscale servirà senz’altro a fare un po’ di “pulizia”, potrebbe finalmente essere giunta l’ora per avviare una nuova impostazione del processo tributario, le cui direttrici fondamentali potrebbero, ad esempio, essere le seguenti. Dopo la mediazione in sede amministrativa davanti agli enti impositori (attuale art. 17 bis del Dlgs n. 546/92 per le cause fino a 50.000 Euro), i procedimenti non conclusisi in tale fase di mediazione stragiudiziale e relativi alle cause fino a 3.000 euro potrebbero andare direttamente davanti ad un giudice monocratico non togato, in un unico grado di giudizio che si concluda con sentenze non più impugnabili.

Le cause non risolte in mediazione stragiudiziale, con valore da 3.000 Euro (limite di valore entro cui il contribuente non necessita di assistenza tecnica) fino a 50.000 Euro, potrebbero andare invece davanti ad un’apposita Sezione Mediazione giudiziale, composta da giudici onorari non togati. Si conserverebbe così un ruolo all’attuale giustizia tributaria, si libererebbero da dispendiose competenze i giudici togati (e i funzionari degli enti impositori) che si potrebbero concentrare sulle cause di maggiore rilevanza, e si garantirebbe un’effettiva terzietà nel procedimento di mediazione (oggi lasciato allo stesso Ente che ha emesso l’atto impugnato).

I procedimenti non conclusisi in questa fase di mediazione giudiziale (da 3.000 a 50.000 Euro) potrebbero poi andare davanti ad un giudice (togato) monocratico, le cui sentenze sarebbero ricorribili in cassazione solo in casi eccezionali (per violazione delle norme sul procedimento, per violazione di norme costituzionali o comunitarie, ovvero dei princìpi regolatori della materia, come già previsto ex art. 339 c.p.c. per i giudici di pace). Così toglieremmo, in tempi rapidi, tutto il contenzioso bagattelare (peraltro, pari a circa il 90% di quello relativo ai tributi locali, altro “buco nero” della giustizia tributaria) e ci si potrebbe concentrare sul “vero” contenzioso tributario.

E gli effetti sui carichi pendenti in Cassazione (dove le cause tributarie trovano oggi un vero e proprio imbuto) dovrebbero vedersi in tempi abbastanza rapidi. Il resto del processo (quello più rilevante, da 50.000 Euro in su), infine, non dovrebbe passare dalla Sezione mediazione giudiziale sopra indicata (in linea, peraltro, con quanto accade in sede amministrativa) e potrebbe essere appannaggio di giudici togati professionisti (con una opportuna fase transitoria di passaggio), con due gradi di giudizio davanti ad un collegio e successiva, eventuale, impugnazione davanti alla Sezione tributaria della Corte di Cassazione (davanti alla quale arriverebbero comunque solo un numero molto limitato di cause).

Unendo a tale impostazione generale alcune soluzioni tecniche operative (lite temeraria per procedimenti da mediazione non conclusa e rafforzamento della conciliazione, ad esempio) gli effetti in termini di efficacia ed efficienza potrebbero essere ancora più dirompenti. E soprattutto, così, nascerebbe un sistema processuale tributario razionale, efficace, efficiente e veloce.

*Direttore Osservatorio Politiche Fiscali Eurispes
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