Ama, stangata del Campidoglio: «Penali da 10 milioni per il flop del servizio»

Ama, stangata del Campidoglio: «Penali da 10 milioni per il flop del servizio»
di Lorenzo De Cicco
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Sabato 23 Febbraio 2019, 11:10 - Ultimo aggiornamento: 25 Febbraio, 00:01
Il bilancio cassato a ripetizione, i vertici azzerati (ancora da sostituire) e ora le penali milionarie per i disservizi: la raccolta della spazzatura in affanno e lo spazzamento delle strade che latita o arranca. Il Campidoglio assesta un altro colpo alla municipalizzata dei rifiuti, colpevole di non occuparsi a dovere dell’immondizia e della pulizia di vie e piazze della città. Ieri si è riunita la Commissione di controllo sul contratto di servizio dell’ Ama. Ordine del giorno: le multe, salatissime, da spedire alla società di via Calderon de la Barca, per non avere rispettato i patti annotati nella convenzione da 700 milioni l’anno siglata nel 2015.

Una cosa è certa: quasi tutti gli «indicatori» per valutare il rendimento di netturbini e spazzini sono peggiorati. Ecco perché all’ Ama, per il 2018, dovrebbero essere erogate sanzioni da circa 10 milioni di euro. Quasi due milioni in più rispetto agli importi contestati nel 2017, quando il “conto” presentato da Palazzo Senatorio arrivò a quota 8,2 milioni - cioè 4,4 milioni di trattenute dai versamenti mensili del contratto e 3,8 milioni di sanzioni dirette. Sanzioni che però la municipalizzata coi conti traballanti non ha ancora versato, avendole contestate. L’importo esatto per l’anno appena concluso, dovrebbe essere messo nero su bianco la prossima settimana, quando è in programma un nuovo vertice dell’organo di controllo.

Per l’ Ama senza guida è una doccia fredda, ma non è proprio una notizia inattesa. Il licenziamento dell’ex amministratore delegato Lorenzo Bagnacani e dell’intero Cda muove proprio, così ha detto la sindaca Virginia Raggi, dal «degrado della performance aziendale», insomma dal collasso dei servizi. Questo si legge anche nella relazione che il direttore generale del Comune, Franco Giampaoletti, ha spedito alla giunta nel formulare la «proposta di revoca del consiglio di amministrazione». «L’analisi della reportistica gestionale - scriveva il diggì nella nota riservata di domenica 17 febbraio - denota il generalizzato disallineamento delle performance dagli obiettivi assegnati e, in alcuni casi, anche un peggioramento rispetto all’analoga misurazione nel periodo precedente», cioè il 2017. Sarebbe questo, nella vulgata che forniscono in Campidoglio, il motivo della cacciata di Bagnacani & co dalla tolda di comando della più grande partecipata dei rifiuti d’Europa, non lo scontro sul bilancio che ha portato all’iscrizione nel registro degli indagati proprio del dg Giampaoletti e di altri due dirigenti comunali.

L’ex presidente di Ama, Lorenzo Bagnacani, intanto dovrebbe essere ascoltato in Regione.
L’invito per l’audizione è partito dalla consigliera regionale dem, Michela Di Biase, che spiega: «Ho inviato al presidente della Commissione Urbanistica e rifiuti del Lazio una richiesta di audizione di Bagnacani, richiesta che si rende necessaria e urgente per approfondire le reali condizioni di Ama una tra le più importanti aziende partecipate di Roma, visto il terremoto delle ultime settimane».
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