Scritte razziste, mamma del senegalese: «Salvini condanni». Il ministro: «Rispetti richiesta sicurezza»

Scritte razziste contro famiglia che adotta senegalese, Salvini: «La madre rispetti richiesta sicurezza»
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Mercoledì 20 Febbraio 2019, 14:19 - Ultimo aggiornamento: 20:19

Un nuovo episodio razzista - scritte fatte, ed è la seconda volta, sul muro di casa di una coppia di Melegnano, nel Milanese che ha adottato un giovane senegalese - ha avuto oggi una coda polemica. La madre del ragazzo, in un incontro con i giornalisti, ha affermato tra l'altro che «quello che sta accadendo in tanti casi oggi in Italia è amplificato anche da politici come Salvini». Dura la replica del ministro dell'Interno: «Io rispetto il dolore di una mamma, abbraccio suo figlio e condanno ogni forma di razzismo. E la signora rispetti la richiesta di sicurezza e legalità che arriva dagli italiani, che io concretizzo come ministro». 

«Ammazza al negar», ammazza il negro: questa la scritta minacciosa, seguita da una svastica disegnata al contrario, particolare non sottovalutato dalle forze dell'ordine, apparsa sul muro di casa dei genitori a Melegnano, in provincia del capoluogo lombardo. L'episodio è stato scoperto lo scorso lunedì mattina quando i due, un educatore e sua moglie che è un'insegnante, hanno trovato la scritta addirittura sul muro perimetrale dell'intero complesso di abitazioni. Non si tratta inoltre, come detto, del primo episodio in quanto una scritta analoga («Pagate per questi negri di m...») era già stata tracciata sempre sul muro di casa della famiglia che ospita da due anni e infine ha adottato un senegalese di 22 anni. 




La coppia ha sporto denuncia per la seconda volta nella caserma dei carabinieri di Melegnano e delle indagini si occupano i militari dell'Arma della Compagnia di San Donato Milanese. E, sul fronte giudiziario, la Procura della Repubblica di Lodi. Proprio il procuratore Domenico Chiaro, ha precisato che le indagini «per ora, visto tutto, sono orientate a 360 gradi». 



«Quello che sta accadendo in tanti casi oggi in Italia è amplificato anche da politici come Salvini», ha detto Angela Bedoni, mamma di Bakary. «Questo episodio è il primo del genere nella vita di mio figlio, ma forse perché clima di oggi non è il clima che si respirava tre anni fa. Il problema è che l'immigrazione non è un problema», ha aggiunto parlando ai cronisti e di fronte alle telecamere.

«Bisogna non chiudere i porti, ma costruire ponti. Spero che a livello politico nazionale arrivi una condanna su quello che è successo a noi», ha aggiunto. «Il decreto sicurezza - osserva - oggi mette in difficoltà molte persone. Ed è anche una questione di cultura. È importante capire cosa è successo in Italia prima del '45 e oggi».​


Salvini: «​Bloccare gli scafisti e i loro complici, fermare l'immigrazione clandestina, assumere poliziotti, installare telecamere ed espellere criminali è semplicemente giustizia, non è razzismo o tantomeno razzismo».

«Voglio una fiaccolata contro il razzismo», ha spiegato il sindaco di Melegnano, Rodolfo Bertoli. «Sono veramente indignato - tuona senza mezzi termini il primo cittadino -. Melegnano è sempre stata caratterizzata per un'accoglienza convinta senza distinzioni di sorta e di fatti come questi non ne vogliamo affatto tollerare.

Ho già avvertito i carabinieri che nei prossimi giorni, molto probabilmente questo fine settimana per le vie della città arriverà questa manifestazione che io desidero sia sotto forma di fiaccolata alla quale inviteremo a partecipare anche tutti gli altri Comuni che lo vorranno. Perché tutti possano dire a gran voce che noi il razzismo non lo vogliamo». «Lo faccio anche a nome delle decine e decine di cittadini che me l'hanno richiesto espressamente. Perché tutti sappiano - conclude il sindaco - che su questi episodi di odio razziale non c'è, da parte nostra, nessun tipo di tolleranza». I particolari della manifestazione verranno decisi in una riunione che si terrà nelle prossime ore.

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