Alla mafia piacciono
le aziende agricole umbre

Lavoranti in un campo agricolo
di Michele Milletti
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Venerdì 15 Febbraio 2019, 21:52
PERUGIA Gravi episodi di speculazione. Ovvero, il tentativo delle mafie di prendersi pezzi importanti di produzione agricola umbra a basso costo. Sfruttando le difficoltà fisiologiche del settore, come tutti i settori dell’economia, ma anche quelle derivate dal terremoto. Difficoltà in ordine a minori introiti che hanno reso la vita difficile a molte realtà regionali, ma anche e soprattutto in ordine ai pesanti danni strutturali che hanno subito molte delle realtà direttamente colpite dagli eventi sismici di agosto e ottobre 2016. Lì, secondo il sesto rapporto Agromafie sui crimini alimentari, sono arrivate le mani delle organizzazioni criminali.Il report fa riferimento a tutte le azioni scattate proprio da fine 2016 per compensare i gravi danni causati dal terremoto.
«Nel corso di questi due anni è scattata una grande azione di solidarietà per aiutare le aziende a risollevarsi. Tuttavia, non sono mancati episodi di mera e gravissima speculazione - è scritto nel report -. Sono diverse decine, infatti, le aziende agricole che hanno ricevuto proposte di acquisto con offerte economiche particolarmente basse. Lo stesso fenomeno si è registrato con riferimento a numerose proposte di acquisto avanzate ai proprietari di animali allevati e impossibilitati a restare nelle stalle considerate inagibili perché pericolose o parzialmente crollate». 
Anche la dirigenza di Coldiretti Umbria ha partecipato a Roma alla presentazione del sesto Rapporto Agromafie 2018 elaborato da Coldiretti, Eurispes e Osservatorio sulla criminalità nell’agroalimentare. «L’agricoltura e l’alimentare - commenta il presidente Coldiretti Umbria Albano Agabiti - sono considerate aree prioritarie di investimento dalla malavita che ne comprende la strategicità, specie in tempo di crisi, per questo occorre non abbassare la guardia e continuare a vigilare anche a livello locale». 
«Per contribuire a questa battaglia, Coldiretti - ricorda Diego Furia direttore regionale - ha promosso l’Osservatorio sulla criminalità nell’agricoltura e sul sistema agroalimentare, con Giancarlo Caselli presidente del comitato scientifico. Gli ottimi risultati dell’attività di contrasto confermano, tra l’altro, la necessità di stringere le maglie ancora larghe della legislazione, con la riforma dei reati in materia agroalimentare».
Allestita per l’occasione la tavola de “Il crimine nel piatto degli italiani” con i casi più eclatanti, dall’antipasto al dolce, di portate illegali frutto di traffici, inganni, frodi e manipolazioni per speculare sul cibo e sulle filiere agroalimentari.
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