Aids, vaccino italiano libera i malati dai farmaci a vita

Aids, vaccino italiano libera i malati dai farmaci a vita
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Mercoledì 13 Febbraio 2019, 13:14 - Ultimo aggiornamento: 18:55

L'obiettivo finale è liberare i malati di Aids dai farmaci a vita che attualmente devono prendere per tenere sotto controlla la malattia. È questa la promessa che arriva dal vaccino terapeutico italiano Tat: la sua somministrazione a pazienti in terapia antiretrovirale (cART) si è rivelata infatti capace di ridurre drasticamente - ovvero del 90% dopo 8 anni dalla vaccinazione - il «serbatoio di virus latente», inattaccabile dalla sola terapia, e apre una nuova strada per controllare l'infezione.



È il risultato del follow-up, durato otto anni e pubblicato sulla rivista Frontiers in Immunology, di pazienti immunizzati con il vaccino messo a punto dall'équipe guidata da Barbara Ensoli, direttore del Centro Nazionale per la Ricerca su HIV/ AIDS dell'Istituto Superiore di Sanità (Iss). Un vaccino il cui studio è iniziato nel 1995 e che, nel corso degli anni, è stato contestato da ricercatori americani in relazione alla sua efficacia sugli animali ed è anche stato oggetto di polemiche, come nel 2003 quando venne pubblicata da Science una nota di alcuni immunologi Usa che protestavano per un finanziamento di 10 milioni di dollari destinato dal Congresso americano alla ricercatrice italiana, suggerendo che la decisione potesse essere legata alla partecipazione del nostro paese alla guerra in Iraq. Ma oggi i nuovi risultati pubblicati, bando alle polemiche, rendono più concrete le speranze. «Sono risultati - afferma Ensoli - che aprono nuove prospettive per una cura funzionale dell'HIV, ossia una terapia in grado di controllare il virus anche dopo la sospensione dei farmaci antiretrovirali. In tal modo, si profilano opportunità preziose per la gestione clinica a lungo termine delle persone con HIV, riducendo la tossicità associata ai farmaci, migliorando aderenza alla terapia e qualità di vita, problemi rilevanti soprattutto in bambini e adolescenti. L'obiettivo, in prospettiva, è giungere all'eradicazione del virus. Il problema ora, però - avverte - è la mancanza di fondi per proseguire la sperimentazione». Il punto, sottolinea, «è che è calata l'attenzione sulla questione Aids, ma la malattia continua a diffondersi anche in Italia».

Quasi 40 anni dopo la scoperta del virus, ricorda l'esperta, l'HIV/ AIDS rimane un'emergenza globale che colpisce soprattutto le fasce più fragili della popolazione mondiale, in particolare donne, bambini, omosessuali. Ad oggi, ben 40 milioni di persone nel mondo convivono con l'HIV, la metà delle quali senza ricevere alcuna terapia. E la cura richiede ancora molti sforzi, investimenti e strategie per l'eradicazione del virus. Infatti, il virus HIV non può essere eliminato dalla cART perché persiste, senza replicarsi, in alcune delle cellule infettate in forma di DNA virale. Questa forma «silente» del virus (Dna provirale) costituisce un «serbatoio di virus latente» che rimane invisibile al sistema immunitario ed è inattaccabile dalla terapia cART. Il virus latente periodicamente si riattiva e comincia a replicarsi; pertanto, l'interruzione della cART determina inevitabilmente la ripresa dell'infezione.

Da qui la necessità di assumere la terapia ininterrottamente per tutta la vita. A fronte di ciò, più che incoraggianti sono i risultati dello studio: i 92 volontari in 8 centri clinici in Italia, trattati con cART e vaccinati con Tat, hanno mostrato un forte calo del DNA provirale nel sangue. Tali caratteristiche vengono riscontrate anche in rari pazienti, denominati post-treatment controllers, in grado di controllare spontaneamente la riattivazione della replicazione virale dopo aver sospeso la terapia. Pertanto, spiega l'esperta, «è concepibile che la vaccinazione con Tat possa conferire ai pazienti la capacità di divenire controllers, cioè di controllare il virus senza assumere farmaci per periodi di tempo la cui durata è da valutare. Si apre perciò la strada - annuncia Ensoli - a studi di interruzione controllata della terapia».

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