Mindszenty fu arcivescovo di Esztergom e primate di Ungheria. Fu costretto agli arresti domiciliari dal regime comunista filosovietico e poi esule a Vienna, dove morì nel 1975. Mindsenty si oppose sempre alla linea della ostpolitik vaticana, la politica di dialogo con i regimi dell'Est che fu portata avanti sotto Paolo VI dal cardinale Casaroli. Tra carcere e arresti domiciliari il primate ungherese trascorse otto anni con il divieto di pregare o inginocchiarsi, controllato a vista dalle guardie che avevano l'ordine di interromperlo se cominciava a recitare una preghiera.
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