Multe a Roma, caccia ai turisti evasori: «Paga solo uno su 10»

Multe a Roma, caccia ai turisti evasori: «Paga solo uno su 10»
di Lorenzo De Cicco
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Lunedì 11 Febbraio 2019, 07:06 - Ultimo aggiornamento: 07:13
Infracción (spagnolo), fine (inglese), amende (francese), amend (romeno), strafzettel (tedesco). Detta in italiano: multa. Nonostante gli avvisi del Campidoglio siano tradotti a bella posta in tutte le lingue possibili, nessuno o quasi, tra i destinatari, li paga. E così la sfilza di contravvenzioni addebitate agli stranieri di passaggio nella Città eterna rimangono, in 9 casi su 10, sanzioni di carta. Verbali mai saldati, col risultato che le scorribande sulle corsie preferenziali dell'Urbe, le capatine dentro le Zone a traffico limitato, a partire da quella, trafficatissima, del Centro storico, oppure i limiti di velocità violati, nonostante i flash degli autovelox, rimangono tutti, inesorabilmente, impuniti.
Che i turisti non smanino proprio per saldare le multe ottenute durante le vacanze nel Belpaese, è cosa nota. Ma i dati del Comune di Roma sono i più preoccupanti, lungo lo Stivale. La forbice tra i verbali staccati e quelli effettivamente pagati si allarga sempre di più e la percentuale di chi mette mano al portafogli si fa più striminzita: due anni fa era il 16,6% degli stranieri a sborsare quanto dovuto all'amministrazione della Capitale, ma la percentuale l'anno scorso è scivolata ancora più in basso: 14%, si legge in un documento del Dipartimento Risorse economiche di Roma Capitale. A conti fatti, quasi nove turisti su dieci fanno gli gnorri. Un raffronto? Prendiamo il caso di Milano: nel 2017 il Comune meneghino ha spedito 110mila notifiche oltreconfine e la metà è stata pagata. Tre volte tanto rispetto a Roma.

SCARSA COLLABORAZIONE
Gli uffici capitolini spediscono in media 89mila verbali l'anno. Ma il 45% - si legge sempre nelle carte del Dipartimento Risorse economiche - viene «scartato» per via della «mancata assistenza da parte delle autorità nazionali». Insomma, all'estero non collaborano. E allora, a essere saldato è appena il 14% dei verbali. Quanto alla nazionalità dei trasgressori, i documenti del Comune parlano di provenienza «inglese, francese, spagnola, tedesca, rumena e russa».

BOOM DI VIOLAZIONI
Di sicuro si può riscuotere di più. «Il territorio di Roma Capitale sia per le proprie caratteristiche che per la presenza al suo interno della Città del Vaticano è uno dei principali siti di aggregazione turistica mondiale», scrivono i funzionari comunali, «con evidenti ricadute anche in tema di infrazioni al codice della strada da parte di cittadini stranieri, sia con veicoli immatricolati all'estero che con veicoli a noleggio». E quando ci si trova lontano da casa, si cede più facilmente alle violazioni, come racconta bene uno studio della Commissione europea: è emerso che i guidatori stranieri, pur rappresentando in media il 5% del traffico continentale, sono responsabili del 15% delle infrazioni per eccesso di velocità. Insomma, materiale per rimpinguare la borsa, un po' deperita, del Campidoglio non mancherebbe. Ma finora non si è riusciti a passare alla fase due, l'incasso.

 
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