«Tutti però possiamo e dobbiamo collaborare denunciando i casi di sfruttamento e schiavitù di uomini, donne e bambini - ha detto - La preghiera è la forza che sostiene il nostro impegno comune. Per questo, adesso vi invito a recitare insieme, con me, la preghiera a Santa Giuseppina Bakhita che è stata distribuita in Piazza e che potete vedere anche sui grandi schermi».
Bakhita, la figura che è stata evocata dal Papa, è nata in Sudan, nel 1869. Viene rapita al’età di sette anni e venduta più volte sul mercato delle schiave. I suoi rapitori le danno il nome di Bakhita («fortunata»). Nel 1882 viene comprata a Kartum dal console Italiano Calisto Legnani che la affida alla famiglia di Augusto Michieli e diventa la bambinaia della figlia. Quando la famiglia Michieli si sposta sul Mar Rosso, Bakhita resta con la loro bambina presso le Suore Canossiane di Venezia. Qui ha la possibilità di conoscere la fede cristiana e, il 9 gennaio 1890, chiede il battesimo prendendo il nome di Giuseppina. Nel 1893, dopo un intenso cammino, decide di farsi suora canossiana per servire Dio che le aveva dato tante prove del suo amore. È stata canonizzata da Giovanni Paolo II nel 2000
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