La finale è ancora Perugia-Civitanova. Modena surclassata, Trento battuta al tiebreak

La finale è ancora Perugia-Civitanova. Modena surclassata, Trento battuta al tiebreak
di ​Vanni Zagnoli
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Sabato 9 Febbraio 2019, 20:50 - Ultimo aggiornamento: 10 Febbraio, 00:22
Domani, alle 18, con diretta su Raisport, la finale della coppa Italia di volley sarà Perugia-Civitanova, come un anno fa.

A Casalecchio di Reno (Bologna) sono di fronte le solite 4, l’ultimo trofeo sfuggito loro risale a 5 anni fa, marzo 2014, la coppa Italia vinta da Piacenza, che nel frattempo si è autoretrocessa in serie A2. Da allora, si sono spartite 14 trofei. Un anno fa la spuntò Perugia, che poi si prese anche lo scudetto. In questa stagione, invece, hanno già gioito Modena (supercoppa, con il grande ritorno in panchina di Velasco) e Trento (mondiale per club), ieri eliminate.

Azimut perde la prima semifinale 3-0, con solo il secondo set equilibrato. Un muro di Podrascanin e un videocheck danno ragione a Perugia, Lanza azzecca un ace, i gialloblù sono sempre in affanno, come in campionato. La precisione di Leon contribuisce al 25-18. Migliore il secondo parziale geminiano (2-5), con il vecchio cambio palla che funziona (9-13), Perugia passa sul 18-17, torna dietro ma il muro del giovane Ricci approfitta di un errore modenese. Anche Leon è efficace in opposizione e poi piazza l’ace su Rossini del 24-23.
Il 28-26 è al terzo setpoint, sulla schiacciata fuori di Zaytsev, a conferma di una stagione difficile per il simbolo del volley italiano, dopo i mondiali. Nel terzo set Azimut prova la reazione iniziale, dalla curva si alza un coro duro “fuori i co…”, ma non è la voglia a mancare. Il palleggiatore Christenson era stato l’mvp della supercoppa, qui sbaglia alcune scelte e forse presto si fermerà, per recuperare un problema al ginocchio. “Per Modena - spiega un grande ex del volley italiano, Paolo Tofoli - è un momento di pressione e difficoltà, di momento di calo, anche in Champions. Sono disuniti, Velasco è l’uomo giusto per ricompattare”.

Molto avvincente la seconda semifinale, con Trento sempre a inseguire. I marchigiani sono senza trofei da quasi due anni, dallo scudetto del 2017, hanno inanellato sei finali consecutive perse, comprese Champions e mondiale. Dopo l’ultima sconfitta, in Polonia, hanno cambiato allenatore, via Medei per Fefè De Giorgi, reduce da Russia e Polonia: in serie A non si batteva ai massimi livelli dal 2010, sempre alla Lube, quando catturò uno scudetto e due Coppe Italia. In campionato è riuscito a vincere a Trento e stavolta si è confermato, per 3-2: 25-20, 21-25, 25-19, 15-25, 15-10.

Bruno è in crescita, soprattutto al servizio, si appoggia al ritrovato Juantorena, che potrebbe tornare in nazionale, dato il grave infortunio di Randazzo. Sokolov è una sentenza e Trento ha smarrito la verve di due mesi fa, nella finale del mondiale per club. Sbaglia tanto e i marchigiani volano sul 7-0 nel secondo. Non è finita perchè Vettori ritrova la classe antica e firma 6 punti, pareggiando i conti. La solita coppia di martelli riporta avanti la Lube, ripresa sul 2 pari dagli aces dell’opposto ex azzurra e dalla regia di Giannelli. Nel tiebreak brilla ancora il libero padovano Fabio Balaso, che si candida a riprendere il posto in nazionale, dopo che ai mondiali gli erano stati preferiti Colaci e Rossini. Anche Grebennikov si è fatto vedere, in difesa, per la Trentino. Il 7-5 è con il muro di Sokolov su Russell, l’allungo è ancora del bulgaro. Il muro delwla sicurezza è su Vettori. 

Domani alle 14,30 la finale di serie A2, fra Piacenza e Bergamo.










 
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