“Il giardino dei ciliegi” al teatro India: riscrittura in chiave contemporanea

Una scena dello spettacolo all'India
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Sabato 9 Febbraio 2019, 16:37
Dal 14 al 17 febbraio al Teatro India va in scena “Il giardino dei ciliegi” di Anton Čhecov nella ardita riscrittura a firma della giovane compagnia Kepler-452. Il regista Nicola Borghesi racconta la storia di Annalisa e Giuliano Bianchi, moderni e trasfigurati Ljuba e Gaev, sul palco assieme a Paola Aiello, Nicola Borghesi e Lodovico Guenzi.

“Il giardino dei ciliegi - Trent’anni di felicità in comodato d’uso”, nasce dall’incontro dei componenti Kepler-452 (Nicola Borghesi, Paola Aiello ed Enrico Baraldi) con due personaggi «immaginari» realmente esistenti, Giuliano e Annalisa Bianchi. Nel dramma Anton Čhecov immaginava che in un anno non definito di fine Ottocento il giardino dei ciliegi di Ljuba e Gaev, proprietari terrieri nella Russia prerivoluzionaria, andasse all’asta per debiti insieme alla loro casa. Il centro della pièce era la scomparsa di un luogo magico, profondamente impregnato delle vite di chi lo abita. Nicola, Paola ed Enrico hanno cominciato così, come sono soliti fare, a sbirciare nelle pieghe della loro città, Bologna, alla ricerca del loro Giardino dei ciliegi. «Tra i moltissimi incontri che abbiamo fatto nel corso della nostra indagine - racconta la compagnia − ce ne è stato uno che ha cambiato definitivamente il corso delle prove e, inaspettatamente, delle nostre vite: quello con Giuliano e Annalisa Bianchi, che per trent’anni hanno vissuto in una casa colonica concessa in comodato d’uso gratuito dal Comune nella periferia di Bologna. Giuliano e Annalisa Bianchi per trent’anni si sono occupati di due attività principali: il controllo della popolazione dei piccioni e l’accoglienza di animali esotici o pericolosi. Si attiva così un ménage strano, marginale, meraviglioso: convivono in casa Bianchi babbuini, carcerati ex 41-bis in borsa lavoro, una famiglia rom ospite, boa constrictor. Trent’anni, come ci dicono Giuliano e Annalisa, di pura felicità».
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