"Tore ‘e Crescienzo. Il primo camorrista", un romanzo dal Regno di Napoli a Ponza

La copertina del libro
2 Minuti di Lettura
Venerdì 8 Febbraio 2019, 12:32
Il passaggio dal regime borbonico a quello sabaudo nel regno di Napoli raccontato da Franco Schiano nel romanzo breve "Tore ‘e Crescienzo",  (Ali Ribelli, 120 pagine, 10 euro , illustrato con le stampe d’epoca di Pasquale Mattei). L’autore  percorre con scrittura agile e avvincente  la storia di Tore, al secolo Salvatore De Crescenzo, il camorrista con cui lo Stato stringe un accordo per mano di Liborio Romano, figura chiave del regno borbonico: capo della polizia e ministro dell’Interno.

Una trattativa  segreta con Cavour e con Garibaldi,  del quale prepara l’ingresso trionfale  a Napoli e l’annessione al regno sabaudo. Francesco di Borbone si rifugia a Gaeta dove tenta un’ultima, disperata resistenza. Nella fase di transizione, Romano affida a Tore ‘e Crescienzo il mantenimento dell’ordine pubblico ma il personaggio è imbarazzante e, non appena il potere sabaudo si stabilizza, viene liquidato: Tore è prima incarcerato, poi mandato al soggiorno obbligato a Ponza, l'isola nella quale l'autore del romanzo vive.

Il romanzo si apre con l’uscita dal carcere di Tore e l’imbarco sul vapore che lo condurrà a Ponza; la carretta del carcere attraversa una Napoli ancora assonnata ma risonante di voci, di messaggi in codice, di rituali camorristici. A Ponza risiedono altri camorristi e Tore tornerà ad assumere il ruolo di capo dell’organizzazione. Altre forze sono all’opera: Francesco e la regina Sofia, a Gaeta, tentano di riprendere il potere; dal limitrofo stato pontificio arrivano rinforzi; Tore può ancora essere una pedina preziosa.

Il romanzo scorre veloce, e con questo lavoro Schiano  prosegue  una ricerca sulla storia delle isole ponziane iniziata diversi decenni fa con "Luigi Verneau martire Ponzese" (pubblicato nel 1973 ).
© RIPRODUZIONE RISERVATA