Rugby, Sei Nazioni, oggi Italia-Galles: «Delusi per i nostri ko? Vogliamo rispondere vincendo»

Rugby, Sei Nazioni, oggi Italia-Galles: «Delusi per i nostri ko? Vogliamo rispondere vincendo»
di Christian Marchetti
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Venerdì 8 Febbraio 2019, 16:57 - Ultimo aggiornamento: 9 Febbraio, 03:03
C'è il capitano Sergio Parisse in conferenza stampa, ed era scontato. Ma, per ragioni di sponsor, c'è anche il commissario tecnico Conor O'Shea, che ostenta un'espressione distesa dopo gli enormi problemi della scorsa settimana. "L'emergenza è rientrata, il virus (quello che aveva decimato il gruppo azzurro in Scozia, ndr) è scomparso. Giusto un po' di febbre per qualcuno", annuncia il tecnico, felice come Renzo sopravvissuto alla peste. Parlavamo di nuovi sponsor? Bene: a bordo di una Honda, a Parisse e O'Shea verrebbe voglia di raggiungere Pergine Valsugana, in Trentino, sede del prossimo raduno premondiale dell'Italia, pur di non sentire le solite domande e fare i conti con i mugugni. Ma il Sei Nazioni - accipicchia - è appena cominciato e domani, sabato 9 febbraio, arriva il debutto casalingo contro il Galles (ore 17.45, diretta tv Dmax). Da loro, dai ragazzi che li seguono senza batter ciglio, si attendono risposte.

VINCERE
Da 18 partite nel Sei Nazioni, il verbo "vincere" è scomparso. Ritorna stavolta, forte come mai, dalle parole dei due rappresentanti azzurri. O'Shea: "La squadra ha la volontà di vincere la partita, ci siamo preparati per questo. Sappiamo che sabato scorso abbiamo fatto anche cose buone, ma vogliamo che queste abbraccino una prestazione di livello per tutti gli 80 minuti. Ripartire dall'ultimo quarto d'ora contro la Scozia".
Parisse ne fa una questione di filosofia: "Questo gruppo, da un po' di tempo, non si accontenta più di essere soltanto competitivo, vuole vincere. Al ritorno in raduno dopo la sconfitta di Murrayfield, ho fatto i complimenti a tutti i ragazzi, perché l'entusiasmo, la resilienza, chiamatelo come volete, con cui tutti si sono rimessi al lavoro è stato eccezionale. Attorno a noi non c'è fiducia - ammette il capitano - Non si parla in toni positivi di noi e ci sta, se vedi solo i risultati, ma per noi che la viviamo dall'interno sappiamo che è un'altra cosa. Non posso certo rivelare il piano di gioco per domani, ma posso dire che c'è senz'altro voglia di essere padroni delle operazioni. Vogliamo il possesso e non lasciargli nulla, evitare che stiano troppo sui nostri 30-40 metri".

ROMPISCATOLE
Ci dispiace rompere le uova nel paniere, ma anche il Galles vuole vincere. Lo fa da dieci partite a questa parte, ininterrottamente dal 10 marzo scorso. Lo ha fatto anche venerdì scorso, approfittando di una Francia "natalizia" per ribaltare un punteggio che sembrava compromesso. "Da quel match hanno cambiato tanto - ricorda il ct azzurro  - ma possono permetterselo. Hanno fatto tanto lavoro con il mio omologo Gatland per avere una tale profondità. Dovremo essere al massimo del nostro livello e risolvere i problemi della nostra difesa in prima fase. Focalizzandoci sugli aspetti positivi visti a Edimburgo".
Parisse non usa giri di parole: "Era da un po' di tempo che non li vedevamo giocare così male. Contro la Francia le loro mete non sono state certo costruite. Per carità, sono pur sempre la terza forza del ranking e hanno una striscia fantastica. Non lo discuto. Non giocano un rugby eccezionale, ma efficacissimo. In mischia, poi, non soffrono più come qualche anno fa. Punti deboli? Non saprei proprio, ma vogliamo esplorare quelle zone in cui potremmo metterli in difficoltà. Questo è sicuro". 
Volete sapere la verità? Ottimisti così O'Shea e Parisse difficilmente si erano visti.
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