Rieti, cellulare in classe:
la limitazione piace

Auditorium Varrone (Archivio)
di Giacomo Cavoli
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Mercoledì 6 Febbraio 2019, 16:01
RIETI - Divieto di utilizzo dei cellulari in classe? A Rieti è già prassi in diverse scuole e ai dirigenti scolastici reatini sembra piacere l'idea della proposta di legge firmata dalla leghista Giorgia Latini, vicepresidente della Commissione Cultura alla Camera e dall'ex ministro dell'Istruzione Mariastella Gelmini per Forza Italia, sancendo il divieto di smartphone in classe anche per gli insegnanti. Ieri Latini era fra gli ospiti dell'Auditorium Varrone, in occasione della Giornata mondiale della sicurezza in rete, organizzata dall'assessore all'Innovazione tecnologica Elisa Masotti, che ha visto alternarsi Iside Castagnola del del Mise, il prefetto Giuseppina Reggiani, Michele Petrucci del Corecom Lazio, Nicola Zupo (dirigente Compartimento Polizia Postale), Jacopo Marzetti, il questore Antonio Mannoni, Massimo Grandi (Associazione mondiale Salute mentale infantile), Flavia Vitali (comandante Compagnia Rieti Guardia di finanza) e le dirigenti scolastiche del Rosatelli Daniela Mariantoni e dell'Alda Merini, Anna Maria Temperanza. «Il divieto di utilizzo degli smartphone in classe fa parte di una più ampia proposta di legge sull'introduzione dell'insegnamento dell'educazione civica, dove si parla anche dell'utilizzo dei cellulari - spiega Latini a Il Messaggero. - E' un dibattito ancora aperto: a oggi gli smartphone possono essere portati in classe e utilizzati per fini didattici ma è ovvio che si sia tentati a utilizzarli, come dimostrano anche i video poi utilizzati per il cyberbullismo nei confronti di studenti e docenti».

DIPENDENZA DA INTERNET
«Il regolamento interno prevede già il divieto di utilizzo di cellulari in classe - osserva Paola Testa, dirigente scolastica dell'istituto Angelo Maria Ricci, che include l'elementare Cirese. - Con l'ingresso a scuola gli alunni depositano il telefonino, per poi riprenderlo al termine delle lezioni: alle elementari non si registrano infrazioni, alle medie ogni tanto c'è qualcuno che utilizza uno smartphone di scorta, ma non possiamo certo perquisire i ragazzi. Il fatto di non possederlo funge da deterrente, ma sono d'accordo sull'utilizzo per fini didattici». E' alle scuole superiori, però, che si manifesta l'emergenza sociale della dipendenza da Internet: «Se gli insegnanti lo ritengono utile, possono fare un uso didattico dello smartphone - racconta Stefania Santarelli, dirigente titolare allo scientifico Jucci e reggente al Classico, Geometri e Artistico. - La proposta di legge consentirebbe di contrastare la dipendenza da Internet che i ragazzi manifestano: molti si rifiutano di spegnerlo, mentre in alcune scuole è previsto il deposito sulla cattedra. Ma dove c'è la rotazione delle classi come allo Jucci questo non è possibile, così spesso vengono richiamati e viene loro riconsegnato all'uscita da scuola. Una limitazione andrebbe fatta se vogliamo curare il problema della dipendenza a livello sociale, perché esiste».
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