Italia, gioia Quagliarella: «Vivo la seconda giovinezza»

Italia, gioia Quagliarella: «Vivo la seconda giovinezza»
di Mario Tenerani
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Lunedì 4 Febbraio 2019, 15:48 - Ultimo aggiornamento: 15:49
Quagliarella non arrivava a Coverciano dal 2015 e adesso torna dalla porta principale, bomber scatenato. 
Vive una seconda giovinezza?
“Il segreto è lavorare bene e con serietà. Alla lunga il lavoro paga. Per me essere qui è una bella soddisfazione, ringrazio il Ct Mancini”. 
Un consiglio per i giovani?
“L’Italia nelle ultime partite ha avuto tante occasioni per fare gol. Consiglio di restare sereni, se segni nei club segni anche qui, prima o poi arriveranno le reti”.  
Certi a 36 anni essere ancora qui…
“E’ un grande orgoglio e significa che il Ct guarda tutti, dai giovani ai meno. Che traguardo per me, ma con la mia età conviene navigare a vista”.
Tanti gol come Batistuta…
“Eguagliare Batistuta è stata una grande gioia (anche se il record dell’argentino fu realizzato in 11 gare consecutive, mentre l’azzurro ha segnato 11 volte nelle ultime 12, a Roma infatti restò in panchina, ndr), era impensabile solo immaginarlo. Ho ringraziato compagni, staff e tifosi. Senza l’aiuto di tutti non avrei raggiunto questo obiettivo”.  
Un sogno nel cassetto?
“Non mi piace dirlo… Vado avanti partita dopo partita”.
C’è un Quagliarella alle sue spalle?
“Chiesa mi piace tanto, così come Zaniolo anche se non fa l’attaccante. Tanti giovani forti, infatti Mancini non se li fa scappare e li convoca tutti”. 
Un segreto suo per questa longevità calcistica potrebbe essere la gestione del fisico?
“Intanto riposare bene, soprattutto dopo i 30 anni. Poi io sono fissato per l’alimentazione e soprattutto per come ci si allena. In campo non si va durante la settimana per fare presenza, io spingo come un matto perché poi mi ritrovo tutto il lavoro in partita. La tenuta fisica dipende da quello che hai fatto prima in vita tua e poi in allenamento”. 
Che Nazionale è questa?
“Squadra positiva, attacca, una Nazionale che invoglia a guardarla. Questo mi ha trasmesso da fuori. Dobbiamo tornare ad essere quello che siamo sempre stati”. 
La sua settimana pazzesca?
“Bellissima, molto intensa, ho cercato di isolarmi, ma non è stato facile. Tanti complimenti, ma io sono schivo. A Napoli in campo pensavo che se avessi fatto gol avrei superato il primato, ma l’ho vissuto con grande serenità. Non abbiamo fatto una delle nostre migliori partite, ma sono felicissimo e ho ringraziato tutti”.
Ha scherzato con questi giovani?
“A qualcuno ho detto, ma il mister mi vuole nello staff o come giocatore? Tanti sono giovanissimi e io sono contento perché mi fanno sentire con molti anni in meno, insomma mi danno carica”.  
Ora lei è alla corte di Mancini, storico blucerchiato. Che prova?
“Lui è il simbolo della Samp. Per me è un piacere e un onore essere allenato da lui. Io sono un giocatore della Samp e mi fa ancora più effetto. Lui resta un simbolo e io non ho fatto neppure un decimo di quello che fatto lui con la Sampdoria. Non ci sono paragoni…. Mi basta dare un contributo ai blucerchiati. L’affetto che mi regalano i tifosi a Genova è incredibile, lo percepisco durante la settimana. Spero di segnare ancora tanto per loro”. 
E’ vero che lei vuole sempre il pallone?
“Si (e ride, ndr)… In area dico sempre ai compagni: datemi la palla, da quasi trent’anni vivo qui e so cosa fare…”. 
Per ripartire che serve?
“Sembra una Nazionale giovanissima, gagliarda, vuole fare sempre la gara. E’ un periodo di ricrescita dopo il fallimento dei mondiali. Abbiamo bisogno e l’aiuto di tutti, tifosi, giornalisti, soprattuto nei momenti di difficoltà. Dobbiamo esser un corpo unico, tutte queste compienti fanno parte del gruppo”.  
Con chi è cresciuto?
“Con le videocassette di Maradona, i gol di Montella e Vialli. Restavo incantato per ore a guardarli”. 

Le prime senszioni a Coverciano?
“Stupende. Ho attraversato due epoche: prima con i giocatori che hanno fato la storia del calcio italiano e ora mi ritrovo con i giovani che faranno parlare di loro stessi e che  sapranno portare avanti questa maglia importantissima”.
Ricorda le sue lacrime al Mondiale in Sudafrica?
“Certo, fanno parte anche quelle del calcio…”.   

 
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