Ora però la donna, di Toronto, in Canada, non potrà esercitare la professione, riconosciuta come manipolatrice di un paziente in stato di bisogno. Il paziente ha detto di essersi sentito in colpa: «Se avessi detto che avevo fatto sesso con il mio oncologo mi avrebbero detto che ero un latin lover», ha raccontato in tribunale come riporta Metro, «Ma non sono quel tipo di persona e mi sono sentito in colpa, a disagio ed emotivamente maltrattato». Si è soliti pensare che questo tipo di violenze siano comuni solo quando la donna è la vittima, ma in questo caso è stata la carnefice, arrivando ad abusare del suo paziente.
«Ero fisicamente emaciato ed emotivamente esposto e la fine di una relazione mi ha sconfitto. Ciò che ha aggravato questo bilancio è stato il suo rifiuto di continuare a fornire assistenza medica». La donna avrebbe detto che avrebbe lasciato il suo caso se non fosse stato possibile andare oltre, condizionando la scelta di un paziente in condizione di fragilità emotiva. La donna è stata riconosciuta colpevole, costretta a pagare un risarcimento al paziente e radiata dall'albo. .
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