LE CORREZIONI
Dunque, meno paletti rispetto alle proposte iniziali: la Lega in un primo momento era intenzionata ad evitare la chiusura dei negozi solo le domeniche di dicembre e altre quattro domeniche o festività negli altri mesi dell’anno. “Tranchant” la posizione di qualche mese fa del Movimento 5 stelle con Di Maio che, promettendo una legge al più presto, aveva parlato di «un meccanismo di turnazione per cui resterà aperto il 25% dei negozi, gli altri a turno chiudono. «Una misura folle, la applicassero ad Avellino, qui a Milano non ci rompano le palle», fu il commento del sindaco Sala. Il compromesso trovato a novembre – l’apertura di 12 domeniche o giorni festivi l’anno in base alle esigenze specifiche del suo territorio e in accordo con gli enti locali – è stato superato. Saranno molte di più. In Commissione sono state audite 45 associazioni di categoria, sindacali e dei consumatori. «Ma le imprese e i lavoratori – spiega De Toma dei Cinque stelle – non possono pensare che tutto rimanga com’è. Forse scontenteremo qualcuno, ma il commercio deve essere regolato con una programmazione ben precisa. Non c’è alcuna volontà di chiudere tutto da parte nostra». L’obiettivo in ogni caso è quello di superare le liberalizzazioni introdotte nel Salva-Italia dal governo Monti (la Lega non voto’ a favore). «Recupereremo il senso della domenica, ma non verrà penalizzata la crescita», la direzione sulla quale i giallo-verdi hanno trovato una convergenza. L’unico nodo aperto resta quello dell’e-commerce. Non è prevista al momento alcuna normativa ad hoc, anche perchè le proposte presentate (da Pd e FI, oltre che da M5s e Lega) non hanno affrontato l’argomento. Ma lo scopo è quello di regolarizzare anche questo comparto, inserendo degli emendamenti quando nei prossimi giorni sarà avviata la discussione. «Io – sottolinea anche Dara – ho fatto una sintesi delle proposte. Si tratta di un punto di partenza». La maggioranza punta a portare il provvedimento in Aula già a febbraio.
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