Diciotti, la Lega: «Processare Salvini è processare il governo»

Diciotti, la Lega: «Processare Salvini è processare il governo»
4 Minuti di Lettura
Lunedì 28 Gennaio 2019, 19:06 - Ultimo aggiornamento: 20:56

Rischio spaccatura fra Lega e M5s sulla richiesta di autorizzazione a procedere del Tribunale dei ministri sul caso dei migranti della nave Diciotti. Il M5S arranca sulla vicenda migranti e potrebbe implodere sul caso Diciotti e la richiesta del tribunale dei ministri di Catania di processare il capo del Viminale  per «sequestro di persona aggravato» e per aver «abusato dei suoi poteri privando della libertà» personale 177 migrantì lasciati in balia del mare a fine agosto.

«Processare chi, nell'esercizio delle sue funzioni di Ministro dell'Interno, ha contemporaneamente agito nel pieno rispetto delle leggi e della Costituzione e ottemperato al mandato ricevuto dagli elettori, quello cioè di garantire rispetto delle regole e delle normative, significa inequivocabilmente tentare di processare il governo», dicono in una nota i capigruppo della Lega al Senato ed alla Camera, Massimiliano Romeo e Riccardo Molinari. «Stroncare la compravendita di esseri umani, fermare il continuo tributo di vite umane nel Mediterraneo, mettere al bando i torbidi interessi dei soliti noti, è un vanto che, come Lega e come governo, esponiamo con soddisfazione. Se rimettere mano alle politiche di accoglienza, anteponendo la sicurezza, il buon senso, il rispetto delle regole su cui si fonda l'armonia delle nostre comunità scatena le reazioni scomposte sotto gli occhi di tutti, ciò ci conferma la bontà del nostro operare e ci rafforza nella direzione che abbiamo intrapreso», sottolineano Romeo e Molinari.

Luigi Di Maio è stato chiaro: il M5S voterà sì alla richiesta di autorizzazione a procedere contro il ministro dell'Interno. Chiaro con l'elettorato ma anche con l'alleato di governo, al quale ha spiegato che votare contro ogni forma di immunità è una regola aurea dei 5 Stelle. Ma col passare delle ore crescono dubbi e timori nelle file grilline. In particolare, se al principio Salvini ha detto chiaramente di volersi far processare, c'è chi nel Movimento teme piroette dell'ultimo minuto, con il numero uno della Lega pronto a chiedere una mano all'alleato di governo. «A quel punto la spaccatura sarebbe cosa facile, facilissima», dice un big di governo 5 stelle. Il timore è palpabile, tant'è che la nota dei capigruppo della Lega di Camera e Senato diramano per sottolineare come processare Salvini equivalga a processare tutto il governo rimbalza in tempo reale sui telefonini dei vertici del Movimento.

Se i 5 Stelle votassero sì all'autorizzazione per il ministro Salvini ci sarebbero «grossi problemi», afferma Alessandro Morelli (Lega), presidente della Commissione Trasporti della Camera, intervistato dal quotidiano online Affaritaliani.it. «Io per primo, da parlamentare - aggiunge Morelli - inizierei ad avere dei dubbi sull'affidabilità di colleghi che fino ad oggi si stanno comportando in maniera equilibrata cercando, anche sulle tematiche che evidentemente hanno delle differenze anche valoriali, delle quadre equilibrate. Su questo argomento evidentemente noi non possiamo fare un passo indietro. Perché, più che un rapporto tra M5S e Lega, c'è un rapporto tra istituzioni. Se la Magistratura - conclude Morelli - vuole diventare la ong di una sinistra che è dispersa in un mare senza fondo, questo non lo possiamo accettare perché per noi i porti sono chiusi sia per le ong degli immigrati clandestini sia per le ong del Partito Democratico». 

«Sono arrivate in Senato le carte del Tribunale dei Ministri nei confronti di Matteo Salvini. Dopo averle lette con attenzione e senza alcun pregiudizio ideologico, voterò a favore della richiesta di autorizzazione a procedere», scrive intanto su Facebook l'ex premier Matteo Renzi.

«Di Maio vuol mandare Salvini a processo per poi difenderlo in tribunale. Da "prima gli italiani" a "prima i magistrati". Democrazia giudiziaria o democrazia psichiatrica? Il governo del paradosso», scrive su Twitter Anna Maria Bernini, capogruppo di Forza Italia al Senato.

 

© RIPRODUZIONE RISERVATA