Per la Cgil «è importante rimettere al centro del dibattito nel nostro Paese il tema del lavoro, così come proponiamo da tempo. Insieme a Cisl e Uil abbiamo elaborato una piattaforma unitaria che abbiamo presentato al Governo con le nostre proposte e che sarà al centro della manifestazione nazionale del 9 febbraio a Roma». Così in una nota la Cgil risponde a Boccia sul patto per il lavoro. Per la confederazione «gli importanti accordi sulle relazioni industriali e sulle regole della rappresentanza raggiunti con Confindustria e con tutte le altre associazioni imprenditoriali pongono la questione di aprire la fase della loro piena applicazione. In particolare, è necessario che si giunga ad una legge capace di misurare la rappresentanza sindacale e datoriale e dare certezza alla validità 'erga omnes' degli accordi sottoscritti».
«Lo sviluppo delle relazioni industriali - prosegue la nota - dovrà essere finalizzato al rafforzamento degli investimenti per infrastrutture materiali ed immateriali del Paese, a partire da quelle per istruzione e welfare, indispensabili sia per la tenuta sociale che per la riduzione dei divari tra Nord e Sud. Dovrà inoltre - conclude la Cgil - avere come obiettivo prioritario il lavoro stabile e di qualità rafforzando le scelte contrattuali e legislative per aumentare i salari, valorizzare competenze e professionalità, estendere le tutele e i diritti a tutti i lavoratori».
«Occorre mettere mano a un piano b post manovra senza fare ricorso al deficit e cominciare a prepararsi a un rallentamento dell'economia globale che impatta anche sull'Italia», afferma poi il presidente di Confindustria. «Speriamo che non ci sia una recessione e che non serva una manovra correttiva», auspica Boccia, che chiede «un decreto immediato, una sorta di sblocca cantieri». «L'industria tedesca è già in fase recessiva quindi bisogna mettersi in sicurezza», spiega il numero uno degli industriali, aggiungendo che «bisogna aprire immediatamente i cantieri con le risorse già stanziate che non intaccherebbero il deficit del paese e determinerebbero 400.000 posti di lavoro, al di là della Tav Lione Torino che comporterebbe altri 50.000 posti di lavoro».
«Il rallentamento dell'economia globale a partire dalla Germania sta già comportando a gennaio, ahinoi, un rallentamento anche dell'economia italiana», ha affermato il presidente degli industriali. «Da qui la richiesta alla politica economica di attuare un piano che vada oltre la manovra economica e che attivi posti di lavoro e crescita a partire dalla dotazione infrastrutturale», è l'auspicio di Boccia che avverte: «abbiamo potenzialità incredibili come Paese, il quale nonostante il deficit di competitività che ha, è la seconda manifattura d'Europa e su questo dobbiamo cominciare a pensare». «Dobbiamo lavorare alle potenzialità del Paese, fare tesoro delle soluzioni e non cercare alibi e colpe perché ormai davanti a noi abbiamo una fase delicata dell'economia globale su cui dobbiamo assolutamente reagire», ha continuato.
«Abbiamo bisogno di Europa», ma «è chiaro che l'Italia ha senso in un'Europa integrata». È quanto sostiene il presidente DI Confindustia, Vincenzo Boccia, sottolineando che «sarebbe necessario rivedere tutta l'Europa in termini di una stagione riformista, però con proposte e non solo con critiche». «La sfida è tra Europa e mondo esterno, non tra paesi d'Europa. Speriamo che quanto prima tutti i governi d'Europa lo capiscano», aggiunge Boccia, a margine di un evento organizzato da Intesa Sanpaolo. In merito alle tensioni tra Italia e altri paesi Ue, ancora non stanno avendo conseguenze sulle imprese, dice Boccia, augurandosi che ciò non avvenga. Il numero uno degli industriali ricorda che l'Italia è «uno dei più grandi esportatori d'Europa. Esportiamo 550 miliardi all'anno, di cui 250 in Europa e i primi due paesi al mondo in cui esportiamo sono Germania a Francia».
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