Peraltro, i tracciati in mano alle autorità italiane indicherebbero che altre navi, mercantili e pescherecci, quel giorno nelle vicinanze della Sea Watch, hanno fatto rotta sulla Tunisia. La nave umanitaria, che ha operato il soccorso il 19 gennaio nei confronti di un gommone in difficoltà ad una quarantina di miglia dalle coste di Zuwarah, in acque Sar (Ricerca e soccorso) libiche, sostiene che la scelta di andare verso l'Italia sia stata determinata proprio per trovare scampo dal «ciclone mediterraneo con onde alte fino a 7 metri». La ong sottolinea che, fin dal 19 gennaio, ha provveduto ad «informare regolarmente» le autorità libiche, italiane, maltesi e olandesi del salvataggio fatto, ma nessuno ha voluto assumere il coordinamento dell'intervento. La Guardia costiera italiana, da parte sua, ha segnalato a Sea Watch 3 che «l'autorità coordinatrice dell'evento» era quella libica. Ma la ong tedesca ha spiegato che a Tripoli non ha risposto nessuno. La nave è così rimasta nel Mediterraneo fino al 24, giorno della tempesta che l'ha fatta arrivare in Sicilia. A parere di Salvini disattendendo le indicazioni partite dal suo Stato di bandiera, l'Olanda.
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