Telefonini vietati per gli alunni e i professori: rivoluzione in classe

Telefonini vietati per alunni e prof: rivoluzione in classe
di Emilio Pucci
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Venerdì 25 Gennaio 2019, 00:00 - Ultimo aggiornamento: 26 Gennaio, 00:16

Si dispone il divieto «salvo casi particolari specifici, di utilizzo del cellulare e di altri dispositivi elettronico-digitali nei luoghi e negli orari dell’attività didattica». Ieri in Commissione cultura della Camera è partito l’iter della proposta che riporta l’educazione civica nella scuola primaria e secondaria. Proposta, portata avanti dal leghista Capitanio, che verrà integrata da altri testi depositati. E quelli della Lega (onorevole Latini) e di FI (l’ex ministro dell’Istruzione Gelmini) dispongono l’inibizione dei cellulari nelle classi. Anche per i professori. La discussione su questo punto è avviata, con la maggioranza che intende recepire questa modifica. L’ipotesi è quella di lasciare i cellulari in presidenza e per le chiamate di emergenza far riferimento alle segreteria. Idea che farà discutere genitori e personale docente e che è stata già illustrata dai proponenti.



LA NOMINA
Intanto in Commissione cultura è stato nominato il relatore della legge che reintroduce l’educazione civica (sarà la leghista Colmellere). Diversi i punti ancora da chiarire: per il primo anno è escluso che venga introdotta un’ora in più nell’orario scolastico ma il confronto è aperto. Così come su chi dovrà portare avanti l’insegnamento dell’educazione civica. Al momento si prevede che siano gli insegnanti già previsti, ma c’è chi sostiene che debbano essere introdotte ulteriori figure professionali. La proposta di Capitanio muove dalla convinzione che «l’insegnamento dell’educazione civica debba servire non solo ad avvicinare i giovani alla conoscenza delle istituzioni, ma anche a sensibilizzarli alla solidarietà, accompagnandoli in percorsi di coesione sociale. L’educazione civica – si legge nel testo - deve pertanto facilitare l’inserimento dei giovani nel mondo del volontariato e la loro integrazione con le persone con disabilità».

La proposta è composta da 4 articoli: si stabilisce un monte ore annuale di 33 ore, «da affidare ai docenti dell’area storico-geografica nelle scuole secondarie di primo grado e ai docenti dell’area economico-giuridica nelle scuole secondarie di secondo grado». È previsto che nella scuola secondaria di primo grado l’educazione civica sia «oggetto di esame di fine ciclo». Si istituisce inoltre un premio annuale per l’educazione civica «destinato a premiare le esperienze migliori in materia di educazione civica in ogni ordine e grado di istruzione». Per l’ex ministro Gelmini occorre trasferire ai giovani «un insieme di regole di convivenza e di rispetto dell’altro, in funzione di prevenzione e di contrasto di condotte suscettibili di degenerare in bullismo e cyberbullismo». La capogruppo di FI chiede che l’insegnamento dell’educazione alla cittadinanza attiva avvenga «anche attraverso attività extrascolastiche da svolgere presso uffici pubblici, istituzioni, fondazioni e istituzioni culturali».

 



INTERNET E DIGITALI
Se da un lato FI e Lega vogliono escludere l’utilizzo dei cellulari nelle classi, dall’altro rimarcano la necessità di promuovere «anche attività di sensibilizzazione degli alunni su diritti e doveri connessi all’uso di Internet e degli altri strumenti digitali, nonché progetti per prevenire e contrastare il bullismo informatico». Il Movimento 5 stelle illustra così le linee guida del ritorno dell’educazione civica: «L’insegnamento – osserva la pentastellata Dadone - deve comprendere lo studio della Costituzione; un’introduzione al diritto dell’Unione europea; l’educazione alla legalità», e altro ancora. La proposta dei pentastellati dispone, poi, che «le istituzioni scolastiche debbano programmare anche attività di studio e viaggi di istruzione».

Le proposte verranno integrate in un unico testo che approderà a febbraio nell’Aula parlamentare. «Non sarà una imposizione di leggi dall’alto – afferma Capitanio -, ma una condivisione alla pari, con insegnanti e genitori. Sarà un percorso condiviso con tutti, senza bandiere». Per la reintroduzione dell’educazione civica si chiede anche uno stanziamento dei fondi: «Per tali attività è autorizzata una spesa di 2 milioni per il 2019 e di 5 milioni annui per il 2020 mentre lo stanziamento del Fondo per il 2021 ammonta a 26 milioni».
 

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