Caso Diciotti, nel M5S si apre il fronte del sì al processo a Salvini

Caso Diciotti, nel M5S si apre il fronte del sì al processo a Salvini
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Giovedì 24 Gennaio 2019, 16:59
Sì al processo per Salvini. È la posizione espressa da una fetta del gruppo parlamentare 5 Stelle al Senato, dopo che il Tribunale dei ministri di Catania ha chiesto l'autorizzazione a procedere contro Matteo Salvini per il reato di sequestro di persona in merito al caso della nave Diciotti. Storicamente, il M5S si è sempre schierato a favore dell'autorizzazione, fino ad arrivare all'ipotesi di abolire del tutto l'immunità parlamentare. In una diretta Facebook il ministro dell'Interno ha scandito: «Continuo e continuerò a lavorare per difendere i confini del mio Paese e la sicurezza degli italiani. Io non mollo». E ha aggiunto: «Ora la parola passa al Senato e ai senatori che dovranno dire sì o no, libero o innocente, a processo o no... Sono sicuro del voto dei senatori della Lega. Vedremo come voteranno tutti gli altri senatori, se ci sarà una maggioranza in Senato». A esprimersi dovrà essere prima la giunta delle elezioni e delle immunità parlamentari e successivamente l'Aula. Ha già le idee chiare Elena Fattori, senatrice 'ribellè del M5S e e fiera oppositrice del decreto sicurezza voluto dal titolare del Viminale. «Se è disposto ad accettare le conseguenze delle sue azioni - dice all'Adnkronos - dovrebbe rinunciare all'immunità e accettare il percorso della giustizia come ogni cittadino...
Se non rinuncia fa dichiarazioni ipocrite». «Ma cosa c'entra la maggioranza?», si chiede la grillina Paola Nugnes, replicando a Salvini. «Abbiamo votato per procedere anche nei confronti del nostro senatore Giarrusso. È un fatto di principio, abbiamo sempre valutato che l'autorizzazione a procedere fosse un atto dovuto». «C'è una linea che il M5S ha sempre seguito rispetto a questo genere di votazioni», è il parere del parlamentare 5 Stelle torinese Alberto Airola. Al momento, prosegue, «non so dare una risposta precisa ma nessuno è mai stato sottratto alla giustizia da un voto» soprattutto «nel momento in cui ci si professa innocenti».
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