L'affondo di Prodi: «A sinistra né idee, né leader»

Prodi e Junker
3 Minuti di Lettura
Mercoledì 23 Gennaio 2019, 16:12 - Ultimo aggiornamento: 25 Gennaio, 14:15

Il "padre nobile" quasi disconosce i figli (o nipoti). «La sinistra può riprendersi in Italia? Il problema è avere un'idea, una prospettiva, quello che manca oggi», risponde Romano Prodi da Bruxelles. E alla domanda se serva un leader il fondatore dell'Ulivo replica: «Come diceva Arturo Parisi (altro padre nobile, ndr) la politica non si fa col 'che ma con il chi». L'affondo dell'ex presidente del Consiglio, con l'Ulivo nel 1996 e con l'Unione nel 2006, arriva nel giorno in cui il Pd proroga a domenica prossima, 27 gennaio, il voto della prima fase del congresso nei circoli. 

LEGGI ANCHE Lite Italia-Francia. Conte: «Seggio Onu vada all'Ue». Parigi: «Non giochiamo a chi è più stupido»

Tra cifre ancora in libertà e le prime contestazioni. Prodi, 79 anni, dà però una vaga speranza.
«In politica i cambiamenti avvengono spesso anche molto più veloci di quanto si crede - dice l'ex presidente della Commissione europea - io non avevo mai pensato di vincere le elezioni, abbiamo organizzato tutto in un anno ed è andata bene». Ma il problema è avere un'idea, appunto. «In questo momento» in Italia, ragiona Prodi, «abbiamo un'opposizione ma non un'alternativa»; quest'ultima «significa avere un certo numero» in Parlamento «che possa sostituire nel più breve tempo possibile» la maggioranza. L'alternativa é ciò a cui puntano Nicola Zingaretti e Maurizio Martina, principali candidati alla segreteria del Pd.

Lo staff del governatore del Lazio continua a far trapelare dati ufficiosi che lo danno poco sotto o poco sopra il 50%, la soglia necessaria alle primarie aperte del 3 marzo per venire eletti. Zingaretti vorrebbe far votare anche i sedicenni. Per l'entourage di Martina l'ex reggente é in recupero e la sfida apertissima. E il deputato punge l'avversario:
«Non può fare il segretario e il governatore». Intanto i dati parziali sull'affluenza indicano che un 51,5% di iscritti si sono già espressi, su un totale di circa 400 mila, secondo il presidente della Commissione congresso Gianni Dal Moro. Per gli altri proroga da oggi fino a domenica sera. E arrivano le prime contestazioni: nel Sesto Municipio di Roma, quello di Tor Bella Monaca, la vicesegretaria Pd si dimette per protesta contro presunte irregolarità. Altre segnalazioni dal comitato del candidato Francesco Boccia, che chiede verifiche. Di sicuro in assemblea nazionale - che elegge il segretario in caso nessuno arrivi al 51% alle primarie - ci sarà più Nord e meno regioni rosse: effetto del terremoto delle politiche.

© RIPRODUZIONE RISERVATA