Stefania Crotti, l'ex amante del marito: «Sì, l'ho uccisa, ma non ho premeditato l'omicidio»

Stefania Crotti, l'ex amante del marito: «Sì, l'ho uccisa, ma non ho premeditato l'omicidio»
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Martedì 22 Gennaio 2019, 17:52 - Ultimo aggiornamento: 20:17

La versione di Chiara Alessandri non cambia: «Sì, è vero, ho ucciso io Stefania, ma non volevo. Non c’è stata alcuna premeditazione e non ho bruciato io il corpo». È ciò che ha ribadito oggi, nell’interrogatorio di convalida del fermo, la donna accusata dell’omicidio di Stefania Crotti, 41 anni e una figlia di sette, la cui unica colpa era quella di essere la moglie del suo ex amante. Stefania è stata uccisa con un martello e una pinza, è stata trasportata in macchina in un bosco nei pressi di Erbusco e poi, per far sparire le tracce, è stato dato fuco al suo corpo. «La mia assistita ha risposto alle domande e ha ricostruito quanto accaduto. Ribadendo di non aver bruciato il corpo. Ha negato qualsiasi tipo di premeditazione», riferisce l’avvocato Gianfranco Ceci lasciando il carcere bresciano di Verziano. Chiara Alessandri aspetta ora la decisione del gip sulla convalida del fermo. «Stiamo valutando se effettuare una perizia psichiatrica», dice il legale della donna.

L’AUTOPSIA
Intanto le prime indiscrezioni sull'autopsia eseguita sul corpo di Stefania Crotti confermano al presenza di quattro fori sul cranio della donna. Fori che secondo chi indaga sarebbero frutto di quattro colpi sferrati con un oggetto appuntito, compatibile con il martello trovato sotto il cadavere carbonizzato rinvenuto venerdì scorso ad Erbusco nel Bresciano. L'autopsia, eseguita nei laboratori della medicina legale degli Spedali civili di Brescia, è durata dal mattino al pomeriggio e al momento pare non sia stato possibile stabilire il momento del decesso. Servono nuovi esami per capire se la donna è morta prima o dopo le fiamme che hanno carbonizzato il corpo. Dal carcere però Chiara Alessandri nega di aver colpito la sua vittima. «L'ho spinta durante il litigio» e di aver bruciato il corpo. «L'ho abbandonato, ma non l'ho bruciato». Il gip del Tribunale di Brescia Tiziana Gueli scioglierà domani la riserva sulla convalida del fermo.

«LA FESTA È ANDATA BENE»
L’autopsia è fondamentale anche per chiarire se la donna fosse già morta quando è stata data alle fiamme. Chiara Alessandri ha portato il corpo sulla sua Mercedes Classe B dalla provincia di Bergamo a quella di Brescia, quindi stando alle indagini ha nascosto in un’altra vettura di famiglia la tanica con il liquido infiammabile che avrebbe usato per cancellare le tracce e il corpo di Stefania. La vittima è stata condotta nell’abitazione di Chiara Alessandri, dove si è consumato il delitto, da un amico ed ex fidanzato di quest’ultima, con la scusa che avrebbe dovuto partecipare a una festa a sorpresa. Stefania era convinta di incontrare il marito e ricucire definitivamente il loro rapporto dopo la crisi dei mesi scorsi. E invece ad aspettarla c’era la donna che quella crisi matrimoniale aveva contribuito a far esplodere. Tra il delitto e l’occultamento del cadavere, giovedì scorso attorno alle 18 la donna ha mandato un messaggio vocale all’amico che aveva portato la Crotti a casa sua. «La festa per Stefania è andata bene», è il messaggio vocale agli atti dell’inchiesta del sostituto procuratore di Brescia Teodoro Catananti, che sabato notte ha disposto il fermo della donna.

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