Inaugurato a Porta di Roma il museo sull'antica Fidenae

Inaugurato a Porta di Roma il museo sull'antica Fidenae
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Lunedì 21 Gennaio 2019, 18:04
Solo a Roma un centro commerciale può nascondere un piccolo museo capace di raccontare parte della lunga storia della città che per anni ha dominato il mondo ai tempi conosciuto. Succede a Porta di Roma, il grande centro per lo shopping a nord della città sorto su quello che una volta era il territorio della città di Fidenae, per anni luogo di contatto tra i romani ed i latini che abitavano il Lazio.

Non stupisce dunque che dagli scavi per la realizzazione di questo tempio moderno dello shopping siano emersi i resti di una grande mansio, una stazione di posta destinata alla sosta, all'alloggio ed all' approvvigionamento dei viaggiatori fra il secolo II d.c e la fine del secolo IV d.c. Quattordici ambienti con un'area termale componevano questo luogo che ha restituito agli archeologi reperti, manufatti e quattro splendidi mosaici che da oggi sono visibili all'interno della nuova zona museale 'Fidenae alla Porta di Romà, ricavata nella galleria commerciale.
Splendido per fattura, il più grande dei quattro mosaici colpisce per il tema erotico e le immagini di nani e belve feroci. E poi una splendida spilla in bronzo, una collana della stessa fattura, decine di coppe ed anfore, balsamari, lucerne e brocche tutte provenienti dagli scavi di quella che fino alla costruzione di Porta di Roma era la tenuta Radicicoli Maffei.

A dire il vero i mosaici erano già stati esposti all'ingresso dell'area commerciale ma, come spiegato dal direttore di Porta di Roma, Filippo de Ambrogi, «abbiamo voluto valorizzare un qualcosa che non era associato alla storia di quest'area.
Vogliamo che questo non sia solo un luogo dove spendere ma un luogo dove cerchiamo anche di fare cultura». Per questo, ha aggiunto l'ideatore dello spazio espositivo, Andrea Schiavo, «verranno implementate le mostre e inizieremo già da questo fine settimana attività culturali per i bambini coinvolgendo anche le scuole». Il tutto per «restituire a questa zona periferica, considerata senza identità, la consapevolezza della sua storia. Questa era la porta di quella che era la Roma Arcaica», ha spiegato il sovrintendente Francesco Prosperetti.  
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