Buche a Roma, sponsor privati per ripararle: la resa del Campidoglio

Buche a Roma, sponsor privati per ripararle: la resa del Campidoglio
di Fabio Rossi
3 Minuti di Lettura
Lunedì 21 Gennaio 2019, 00:00 - Ultimo aggiornamento: 20:06

Sponsor privati per riparare le imperiture buche della Capitale. Ma anche per restituire un volto presentabile ai parchi pubblici, ristrutturare palestre scolastiche, realizzare piste ciclabili o ridisegnare piazze e aree pubbliche. In tempi di magra, il Campidoglio punta ai fondi privati per mettere in campo interventi che, di norma, spetterebbero alla stessa amministrazione. Ma che, evidentemente, il Comune di Roma non è in condizione di portare avanti - nonostante le tasse locali, Imu e addizionale Irpef su tutte, pagate dai romani - senza un sostegno economico esterno.

LEGGI ANCHE Sponsor per le buche, la resa del Campidoglio

LE REGOLE
La giunta di Virginia Raggi ha deciso di estendere al settore dei lavori pubblici quel “Regolamento per la disciplina e la gestione delle sponsorizzazioni” che, finora, riguardava soltanto il restauro di beni culturali: dal Colosseo alla Fontana di Trevi, sono diversi i progetti finanziati negli ultimi anni da aziende che hanno deciso di legare il proprio nome al nuovo volto di un monumento cittadino. Ma con le nuove norme Palazzo Senatorio, evidentemente, punta a trovare qualcuno che gli tolga le castagne dal fuoco. Ammesso, e non concesso, che esistano privati disposti a mettere soldi nell’annosa battaglia contro le buche, sui 5.500 chilometri di strade della Capitale, o a occuparsi di aree vedi che comunque rischiano di tornare ad essere abbandonati all’incuria e al degrado.

LE OPERE
La delibera approvata dall’amministrazione pentastellata, che dovrà ottenere il via libera dell’assemblea capitolina, estende espressamente il campo delle sponsorizzazioni al «programma triennale dei lavori pubblici» e al «programma biennale degli acquisti di beni e servizi». Inserendo così una serie lunghissima di possibili opere finanziabili da privati che, in teoria, potrebbero proporsi per rifare i sampietrini di piazza Venezia - gara bandita oltre due anni fa, a dicembre del 2016, ma ancora non assegnata per la difficoltà di formare le commissioni aggiudicatrici degli appalti - o sostituire le malandate scale mobili delle stazioni della linea A della metropolitana.

GLI OBIETTIVI
Non solo: secondo il nuovo regolamento comunale l’amministrazione può inoltre «individuare lavori, servizi o forniture la cui realizzazione è condizionata alla conclusione di contratti di sponsorizzazione». Insomma, il Campidoglio potrà decidere di sistemare una piazza o di attrezzare un parco giochi soltanto se si troveranno privati disposti a finanziare il progetto. In cambio, le aziende e i privati potranno realizzare materiale pubblicitario e divulgativo, con il proprio marchio, riguardo all’opera sponsorizzata. Campidoglio e azienda, nel contratto che sarà stipulato, definiranno quindi «le modalità di promozione, comunicazione e pubblicità, i limiti dello sfruttamento dell’immagine a fini pubblicitari, di eventuali diritti di esclusiva, di eventuali benefits, di modalità di utilizzazione del marchio e di presenza del logo dello sponsor sul materiale di propaganda e di pubblicità».

LE RACCOLTE
Ancora scontro, in Campidoglio, sul possibile secondo step del regolamento: quello che disciplina il «crowdfunding», ossia la possibilità di raccogliere soldi anche tra i singoli cittadini per finanziare alcuni interventi.

Qui i dubbi riguardano soprattutto le procedure da utilizzare, a partire dalla questione dei tempi, «perché se decido di partecipare al crowdfunding per rifare la palestra della scuola di mio figlio non posso temere di dover aspettare anni», osservano dall’opposizione. e così queste norme si sono arenate in commissione.

© RIPRODUZIONE RISERVATA