Riapre il centro sociale-discoteca "Brancaleone", i residenti: «Ora non dormiremo più»

Riapre il centro sociale-discoteca "Brancaleone", i residenti: «Ora non dormiremo più»
di Marco Pasqua
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Sabato 19 Gennaio 2019, 08:12 - Ultimo aggiornamento: 22 Gennaio, 15:36

Qualcuno, in III Municipio, tenta con un malcelato imbarazzo di rivendicare quella riapertura, dopo il blitz dei vigili di due anni che portò al sequestro. Ma in tanti sanno che il “ritorno” sulla piazza della nightlife più molesta del Brancaleone, storico centro sociale “occupato” nel lontano 1990, sarà una nuova spina nel fianco della giunta guidata dal presidente Giovanni Caudo. «Torneremo presto, questione di settimane», promettono le stesse persone che quasi 30 anni fa decisero di prendere possesso di questo spazio, in via Levanna, a Montesacro. A dar loro ragione, per adesso, è una decisione della Cassazione, che ha di fatto dichiarato illegittimo il sequestro dei quasi mille metri quadrati, disposto nel dicembre 2016, da Michele Nardi, magistrato arrestato pochi giorni fa con l’accusa di associazione per delinquere finalizzata alla corruzione in atti giudiziari.

Quel che è certo, è che dovranno essere pagati canoni di affitto arretrati, relativi agli anni passati: tra l’altro, dal 2012 la convenzione tra il Comune e l’associazione culturale formata dagli occupanti, era scaduta. Ora la palla passa al Municipio, che ha riconsegnato le chiavi della palazzina e che dovrà stabilire le modalità di fruizione di quello che nasce come spazio pubblico. «Quando il Brancaleone era aperto, per noi era un vero e proprio inferno, feste fino all’alba, auto parcheggiate ovunque: un incubo che adesso tornerà a diventare realtà», commenta un residente di Città Giardino. Un quartiere alle prese con la movida selvaggia, da piazza Sempione a viale Gottardo, da piazza Menenio Agrippa a piazza Monte Baldo.

«Siamo fortemente preoccupati dall’aspetto notturno di queste attività – dicono dal comitato di quartiere Città Giardino – In passato, sforavano gli orari consentiti ogni notte. Per non parlare del degrado intorno alla palazzina, con i rifiuti lasciati ovunque». Da tempo, fino allo sgombero di due anni fa, il “Branca”, come lo chiamano tutti, era ormai diventato quasi esclusivamente una discoteca low cost per un pubblico teen: alcol venduto anche a minorenni, zero rispetto delle norme di sicurezza, sale stracolme e droga a prezzi modici. Imbarazzo tra alcuni consiglieri del Pd, in particolare quelli che, come Simona Sortino, ex leader del comitato di quartiere, erano acerrimi nemici del frastuono prodotto dai locali e, oggi, assistono a questa riapertura: «Se le attività che svolgono non vanno ad incidere sulla quiete pubblica, non posso essere contraria», dice sibillina l’esponente dem. Tace il presidente Caudo, mentre saluta il ritorno del Branca con un post gaudente su Facebook l’assessore locale alla Cultura, Christian Raimo. «Tanto bravo ad organizzare i suoi eventi, ma quando si tratta di ascoltare e dialogare con i residenti di Montesacro e le sue associazioni è totalmente assente», dice Rossana, mamma 35enne di piazza Sempione.

Quando, nel 2016, i vigili sequestrarono i locali, trovarono contatori della luce manomessi, un bar, una sala di registrazione hi-tech e scoprirono svariati abusi edilizi.

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