Migranti sfruttati a Latina, il sindacalista della Cisl: «A Babbo Natale ho chiesto 4mila disoccupazioni»

Migranti sfruttati a Latina, il sindacalista della Cisl: «A Babbo Natale ho chiesto 4mila disoccupazioni»
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Giovedì 17 Gennaio 2019, 17:51 - Ultimo aggiornamento: 20:22

«A babbo natale ho chiesto 4000 disoccupazioni e un gatto». È quanto scrive in un sms il segretario generale provinciale della Fai Cisl Marco Vaccaro, finitio in manette nell'ambito dell'operazione contro il caporalato condotta dallo Sco e dalla Squadra mobile di Latina, a un altro segretario dello stesso sindacato, in prossimità delle festività natalizie. Gli stranieri sfruttati venivano infatti costretti a iscriversi al sindacato. In questo modo il sindacato percepiva, non solo le quote di iscrizione ma anche ulteriori introiti economici connessi alla trattazione delle pratiche finalizzate a ottenere le indennità di disoccupazione.

 



Vittime dello sfruttamento erano soprattutto braccianti romeni e centroafricani. I migranti venivano trasportati nei campi a bordo di pulmini sovraffollati, privi dei più elementari sistemi di sicurezza, ed erano costretti ad affrontare una giornata lavorativa di almeno 12 ore a fronte di una retribuzione «di 4,5 euro l'ora» ovvero una paga inferiore alla metà rispetto a quella prevista dal contratto collettivo nazionale di lavoro del settore. 

«Siamo sconcertati dalla notizia del coinvolgimento di un nostro sindacalista tra gli arresti avvenuti oggi a Latina per caporalato. Attendiamo riscontri e chiediamo si faccia luce al più presto prima di giudicare il caso e le persone coinvolte, ma la Federazione ha già attivato tutte le misure statutarie a propria tutela, a cominciare dalla sospensione da ogni carica del sindacalista coinvolto, pur continuando ad auspicarne la sua totale estraneità ai fatti». Lo scrive sulla pagina Facebook della Fai Cisl il segretario generale Onofrio Rota. «Da parte nostra nessuna esitazione e piena fiducia al lavoro delle Forze dell'Ordine e della Magistratura. Siamo pronti a valutare ogni azione penale e civile per tutelare con la massima severità la Fai Cisl e il nostro operato», conclude Rota.

 


«La notizia dell'arresto di un sindacalista della Fai Cisl di Latina avvenuto questa mattina ci arriva come un fulmine a ciel sereno e ci lascia tramortiti, perché è un fatto di una gravità assoluta, visto e considerando la nostra storia e le nostre battaglie in prima linea contro il caporalato. Una battaglia che solo pochi giorni fa ci aveva portato, proprio a Latina, a firmare un protocollo, insieme alla regione Lazio e a Cgil e Uil, volto ad intensificare gli sforzi contro questo fenomeno assolutamente odioso». Così in una nota Paolo Terrinoni, segretario generale della Cisl del Lazio. «Un protocollo al quale aveva collaborato fattivamente anche la Fai Cisl del Lazio. È evidente che confidiamo nell'operato della magistratura che dovrà appurare tutte le responsabilità nel più breve tempo possibile. Da parte nostra, vigileremo affinché fatti come questo non si ripetano più, perché i valori della nostra organizzazione, da sempre accanto ai lavoratori e alle persone più indifese, non possono essere messi in discussione dall'operato di una singola persona», conclude Terrinoni.


 

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