E di trofei, la bionda cacciatrice, ne ha accumulati parecchi.
Dai quasi "insignificanti" cervi, che Tess sostiene per le corna, casomai dovessero restare fuori dall'inquadratura, fino ai più intriganti canguri, la Talley, è sempre alla ricerca di emozioni.
Come quella che, nel 2017, l'aveva fatta balzare di colpo agli onori della cronaca.
Le foto di quel gigantesco maschio di giraffa, ucciso in Sud Africa e messo in posa davanti al sorriso della cacciatrice, avevano fatto il giro del mondo, tanto da diventare un classico.
Da allora e sino ad oggi, la stravagante passione di Tess ha acceso polemiche, scatenato insulti e la rabbia del popolo del web.
Quei sorrisi esibiti insieme alle prede sanguinanti in bella mostra, non sono piaciuti.
Di quegli insulti, però, così come di quelle proteste, alla cacciatrice bionda non era interessato un granché.
Se si esclude il fatto che, per un periodo aveva modificato da pubblica a privata la sua pagina di personaggio pubblico, nulla, infatti sarebbe cambiato, anzi.
A riprova della sua tenacia, lo slogan "I Hunt Not Sorry" (vado a caccia e non mi dispiace) lanciato pochi giorni fa.
Così, mentre Tess si augura un 2019 più ricco di soddisfazioni (e prede) ci si interroga sulla realtà di molti paesi, anche africani dove, alla salvaguardia animale, viene sempre più spesso anteposta quella del portafogli.
© RIPRODUZIONE RISERVATA