Cotarella difende anche l'altro provvedimento preso nell'ultima vendemmia dal Consorzio di tutela del vino di Orvieto ovvero quello di diminuire ulteriormente la resa per ettaro - da 80 a 75 quintali - che va nella direzione di ridurre le giacenze in cantina ed elevare la qualità delle produzioni. "E' una legge elementare del mercato - dice - chi non la capisce non sa di cosa parla". Tuttavia questa strada è stata intrapresa ormai da anni ma continua a non impedire di vedere il vino Doc di Orvieto, imbottigliato lontano dalla Rupe, che viene venduto a prezzi inferiori ai due euro nella grande distribuzione. "Purtroppo questo non è solo un problema di Orvieto - spiega Cotarella - ma è comune anche ad altri bianchi come il Soave, il Verdicchio o il Frascati che, ad esempio, ha perso il 30% del suo valore in questi ultimi anni". Infine l'ennesimo appello all'unità di un territorio dalle grandi potenzialità che continua però a far fatica a promuoversi e a farlo in maniera concorde. "Certe persone che sono propense alla critica fine a sé stessa - conclude - dovrebbero essere più costruttive e presentare le proprie proposte attraverso il Consorzio. Chi ha idee le porti lì perché è quella la sede per discuterne".
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