Il Comune di Genova chiede di spostare Genoa-Milan alle 21

Il Comune di Genova chiede di spostare Genoa-Milan alle 21
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Venerdì 11 Gennaio 2019, 15:54 - Ultimo aggiornamento: 18:02
«Con riferimento a Genoa-Milan del 21 gennaio prossimo, il Sindaco ha firmato una lettera indirizzata alla Prefettura e alla Lega Calcio chiedendo il ripristino dell'orario delle 21 come precedentemente disposto», si legge in una nota del Comune. «Questo in considerazione della attuale difficile situazione della viabilità, aggravata dallo sciopero del trasporto pubblico locale proclamato per quel giorno. Il tutto considerando anche l'ubicazione dello stadio e le problematiche che si potrebbero creare per i cittadini e gli operatori commerciali in diverse zone della città», conclude la nota

Il Comune di Genova aveva scritto alla Lega di Serie A per far giocare Genoa-Milan alle 21 di lunedì 21 gennaio come previsto originariamente. La gara è stata anticipata, per motivi di ordine pubblico, alle 15 su disposizione dell'Osservatorio per le manifestazioni sportive in seguito alle indicazioni del ministro dell'Interno Salvini. 

L'amministrazione comunale, dopo il crollo di ponte Morandi, per evitare disagi legati al traffico cittadino aveva chiesto alla Lega che non si giocassero più, a Genova, partite in giorni feriali e in orario di lavoro. Con questa motivazione ottenne lo slittamento dalle 17 alle 19 della gara di recupero tra Sampdoria e Fiorentina (19/9), prima giornata di campionato, che era stata rinviata a seguito della tragedia del 14 agosto che fece 43 morti. La Lega chiese una deroga alla Uefa perché in quel giorno la partita era concomitante con alcuni impegni di Champions.

I tifosi del Genoa hanno annunciato che se la gara di serie A del 21 gennaio con il Milan verrà giocata alle ore 15 lasceranno «deserti» gli spazi che occupano solitamente, in prevalenza in Gradinata Nord.
In un comunicato diffuso nel pomeriggio i tifosi rossoblù invitano tra l'altro la società a «tutelare gli interessi di tutti i suoi tifosi abbonati e non». «Siamo ostaggi della Lega Calcio, delle televisioni e degli osservatori vari - scrivono - queste decisioni allontanano la gente dagli stadi».
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