Orvieto, vino in crisi: la Regione blocca gli impianti di nuovi vigneti per due anni

Stop a nuovi vigneti per l'Orvieto Doc
di Vincenzo Carducci
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Venerdì 11 Gennaio 2019, 15:23 - Ultimo aggiornamento: 20:31
ORVIETO - Stop all'impianti di nuovi vigneti per la Doc, due anni per cercare di risollevare le sorti del vino di Orvieto. Va in questa direzione la decisione della Regione Umbria che ha bloccato per le prossime due campagne vitivinicole 2019/2020 e 2020/2021 l’iscrizione dei vigneti nello schedario viticolo regionale per il riconoscimento dei vini a Doc Orvieto e Orvieto Classico. Accolta così la richiesta formulata nel novembre scorso dal Consorzio di tutela del vino di Orvieto che per arginare il calo dell'imbottigliamento e l'aumento delle giacenze in cantina aveva - già dalla vendemmia 2018 - anche abbassato ulteriormente la resa per ettaro da 80 a 75 quintali.    

“Abbiamo accolto la richiesta del Consorzio che – spiega l’assessore all'Agricoltura, Fernanda Cecchini -  ha evidenziato una situazione attuale di criticità, con un calo sostanziale degli imbottigliamenti nei primi mesi del 2018 rispetto al 2017, oltre 12mila ettolitri in meno fra Doc Orvieto e Orvieto classico, sottolineando la necessità di limitare le superfici rivendicabili per la Denominazione a origine controllata per stabilizzare il mercato del vino Doc Orvieto attraverso un riequilibrio fra domanda e offerta”.

Sono 18 i Comuni interessati dalla produzione delle uve per la Doc Orvieto, 13 in provincia di Terni e 5 in provincia di Viterbo, con una superficie vitata di circa 2100 ettari ai quali nei prossimi anni andranno ad aggiungersi, nel territorio umbro, circa 230 ettari di nuovi impianti di vigneti derivanti dall’utilizzo degli ex diritti della riserva regionale e da nuove autorizzazioni concesse in base a un decreto ministeriale del 2015, con un incremento di circa l’11 per cento del potenziale produttivo della Doc Orvieto. L’analisi del potenziale riduttivo, secondo quanto ha rilevato il Consorzio di tutela nella relazione che ha accompagnato la richiesta, rappresenta una lettura parziale della realtà in quanto una parte di ettari impiantati per la Doc Orvieto ogni anno non vengono rivendicati tanto che nel 2017 la superficie vitata rivendicata complessivamente da 497 viticoltori è stata di 1894 ettari. A preoccupare è il calo degli imbottigliamenti: la valutazione delle giacenze “è estremamente significativa per il futuro della Doc Orvieto in quanto, se non adeguatamente assorbite dal mercato, nel breve-medio periodo potrebbe registrarsi una sensibile riduzione del valore del vino con conseguenze negative sul reddito dei produttori di Umbria e Lazio”.

Ma tra i problemi che da sempre riguardano il vino di Orvieto ci sono l'imbottigliamento, che in molti casi avviene fuori zona facendo finire spesso e volentieri il prodotto in vendita a prezzi da discount, e la mancanza di un efficace piano di marketing in grado di riportare uno dei bianchi più longevi e apprezzati d'Italia nelle "carte" di ristoranti ed enoteche in giro per il Mondo. Recentemente, per rendere più accattivante dal punto di vista commerciale il brand Orvieto, è stata avviata dal Consorzio anche la sperimentazione sulla spumantizzazione con l'obiettivo di arrivare a uno spumante Orvieto Doc che possa provare a ritagliarsi una fetta del mercato dominato dal prosecco. 



 
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