Patrick Djivas, quando il basso incontra il volo

Patrick Djivas della Pfm
di Enzo Vitale
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Sabato 29 Dicembre 2018, 15:15 - Ultimo aggiornamento: 18:34
In braccio a lui il basso spicca il volo. In tutti i sensi. Patrick Djivas, classe 1947, meglio conosciuto come la quattro corde della Premiata Forneria Marconi, per una volta non suona: parla. Anzi, per riprendere il titolo, vola. Lo farà in Umbria, a Castiglione del Lago, dove sabato 29 dicembre (ore 17) è atteso a Palazzo della Corgna per un interessante incontro con gli amanti del Prog.
Uno tra i più autorevoli bassisti della storia della musica italiana, quindi, disquisirà di storie, racconti e aneddoti inerenti la sua ultraquarantennale esperienza di musicista.

Nel corso dell'incontro verranno proposti anche video e immagini  che illustreranno le varie fasi della sua carriera.

Djivas, ma come mai ha scelto proprio Castiglione per raccontare la sua esperienza?
«La ragione è molto semplice. Perchè io amo il volo».

Cosa c'entra il volo con la musica?
«C'entra, eccome se c'entra. Ho imparato a volare proprio lì, a Castiglione del Lago».

Mi scusi, ma proprio non capisco....
«Certo, è comprensibile, ma ora mi spiego meglio. Nel corso dei tanti concerti si riesce a capire quali sono i fan che ti seguono. Li vedi sempre lì, in prima fila. Le loro facce non te le puoi dimenticare. Quindi live dopo live cominci a conoscerli fino a diventarci amico».

Va bene, fino a qui ci siamo: e quindi?
«E quindi anni fa mi sono imbattutto in Massimo Sordi, castiglionese doc, con il quale condivido una sincera amicizia. Dopo un po' di tempo, conoscendo la mia passione per la moto e per gli sport motoristici in generale, arriva il giorno che mi chiede: "ma Patrick perchè non impari pure a volare?"»

Ah, ecco. Ora comincio a capire...
«Insomma tra un invito e l'altro, Massimo mi ha convinto e ho cominciato a prendere lezioni proprio sulla pista di Castiglione. Così la mia passione è......volata».


(Massimo Sordi e Patrick Djivas)

Chiarissimo, arcano risolto. Quindi il Prog anche come occasione di amicizia. Lei intravede un ritorno di questo genere musicale?
«Io non parlerei di un ritorno. E' un genere che non si è mai spento, lo vedo dai concerti che con la Pfm facciamo in giro per il mondo. Sì, certo, è musica di nicchia ma la ritroviamo in ogni parte del pianeta».

Per restare in tema geografico, c'è un Paese che più di altri è sensibile a questo tipo di musica?
«Potrei dire il Giappone, dove hanno una sorta di venerazione per noi italiani, ma non direi la verità in quanto ho appurato che in tante altre nazioni ci sono tantissimi appassionati e anche di tutte le età. L'ultimo concerto della Pfm a Buenos Aires è stato un successo davvero incredibile. Ma la stessa cosa potrei dire degli Usa, del resto del Sudamerica, dell'Europa etc etc».

Ma c'è un luogo dove le piacerebbe suonare più degli altri?
«Lo debbo proprio dire? Ebbene sì, la Francia, la nazione dove sono nato. Forse è uno dei pochi posti dove non mi conoscono».

Nemo profeta in patria tanto per cambiare....
«Ancora per poco visto che un autore francese mi ha chiesto di scrivere un libro proprio su di me e proprio per il mercato d'oltralpe».

Prossimi appuntamenti della Pfm?
«Primo fra tutti il concerto di Capodanno a Parma e poi un'esperienza unica a bordo di una nave da crociera, la Brilliance of the seas, dal 4 al 9 febbraio del 2019».

Di cosa si tratta?
«Si chiama Cruise to the Edge, una specie di crociera-concerto da Tampa, in Florida, fino a Cozumel, in Messico e ritorno in Florida».

Oltre a voi chi ci sarà a bordo?
«Siamo l'unica band italiana e, se non ricordo male, è la terza volta che partecipiamo a questa incredibile avventura musicale. Insieme a noi band e musicisti di livello stratosferico come Yes (è il gruppo che ha dato vita all'iniziativa, ndr), Steve Hackett, Adrian Belew Power Trio, Fish, Pendragon, Brand X, Soft Machine e tanti altri protagonisti».

Caspita una vera e propria scorpacciata di buona musica....
«Sì, certamente, ma anche una scorpacciata di amicizia in quanto musicisti s fan vivranno insieme, a stretto contatto, per quasi una settimana. E poi si sa: se un'amicizia nasce in barca non si scioglie mai».

Poi a marzo mi pare di ricordare una nuova avventura con un classico.
«Certamente, ed è una cosa a cui teniamo molto. In occasione del quarantennale dei live “Fabrizio De André e PFM in concerto” e a vent’anni dalla scomparsa di Faber, inizieremo un tour dal titolo “PFM canta De André – Anniversary”. Si parte da Bologna il 12 marzo 2019 dal teatro Europa.  Con noi anche due ospiti di rilievo: Michele Ascolese, chitarrista storico di Faber, e i nostro ex Flavio Premoli. Sono sicuro che ogni concerto sarà diverso dall'altro. Noi continuiamo a metterci la passione di sempre. Non abbiamo computer, solo i nostri strumenti. Ad emozionare sono sempre e solo loro».

Ci faccia un esempio
«Perchè no....penso a Celebration, l'avrò suonata quasi seimila volte ma sempre in maniera originale e diversa».

(Celebration al live di Fermo nel 23 giugno del 2016)

Non sarebbe ora di un nuovo disco, pardon di un nuovo ellepì?
«Non abbiamo fretta, però ci stiamo impegnando. In teoria dovremmo consegnare tutte le tracce per la fine di dicembre del prossimo anno. Dai c'è ancora tempo».


enzo.vitale@lmessaggero.it




 
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