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di Laura Bogliolo

Alle periferie piace "glocal", su Facebook nasce "+ vicini"

Alle periferie piace "glocal", su Facebook nasce "+ vicini"
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Martedì 18 Dicembre 2018, 21:04 - Ultimo aggiornamento: 22 Dicembre, 18:53
A metà tra la "banca del tempo" e "il controllo di vicinato" con un pizzico de "Il portiere di quartiere" nato a Roma nel quartiere Appio-Latino-San Giovanni.  Sul web c'è una nuova esperienza di condivisione per "la cura e il controllo" di un tratto di quartiere, quello dove si vive.

Ancora una volta, dalla periferia romana, viene lanciato un progetto di "resilienza", di riscatto contro il degrado, grazie alle potenzialità dei social network.

Dopottutto, è proprio da qui, da Torpignattara, dal quartiere che non si arrende,  che è partito l'esposto depositato in Procura contro il Comune di Roma  e Ama per l'emergenza rifiuti che attanaglia Roma Est. Siamo in periferia, anche la stazione Termini dista poco più di 5 chilometri. Siamo fuori dalle Mura Aureliane anche se Porta San Giovanni dista appena 4 chilometri. 

La voglia di combattere in un quartiere storico, multietnico, che fa fatica a riconoscersi ormai, tra cassonetti incendiati, bus che non passano, spaccio e degrado, ha scaturito il progetto "Osservatorio di vicinato", definito anche "+ vicini" da realizzare attraverso la creazione di micro-gruppi Facebook per raccontare non tutto il quartiere, ma le singole vie. Un'attenzione, quindi, sempre più a quello che succede a pochi passi da noi, un ritorno al "locale" profetizzato dalla teoria della "glocalizzazione" da contrapporre a quella della "globalizzazione", una tendenza a riavvicinarsi a chi abbiamo ignorato per anni, in nome delle amicizie virtuali.  

Simona Mainieri, residente, è l'ideatrice del progetto "+Vicini" realizzato in collaborazione con Maddalena Presenza e Alfonso Pascale. Un progetto creato e sostenuto dal Comitato di quartiere Torpignattata. Hanno creato una mappa su Google nella quale il quartiere viene diviso in zone: cliccando sull'area dove si vive viene mostrato il link del gruppo Facebook della via. 
 


L'ideatrice spiega il progetto: «E' un contenitore che raccoglie ed accoglie tutti quei cittadini che sentono il bisogno di relazionarsi e collaborare con il proprio vicinato per concentrare l'attenzione verso la cura e il controllo di quel pezzetto di territorio che sentono più vicino perché lo vivono ogni giorno, la zona di residenza. Lo scopo è di comunicare ed agire insieme per realizzare un cambiamento che vada a beneficio di sé stessi, della propria zona, e di conseguenza si ripercuota su tutto il quartiere di Torpignattara».

Nel lungo elenco delle attività che gli iscritti potranno fare ci sono lo sviluppo del senso di  appartenenza, favorire collaborazioni in una sorta di scambio di competenze di carattere domestico e urbano, organizzare attività di pulizia delle strade ad esempio, ma anche coinvolgere gli stranieri che abitano nel quartiere facendoli sentire parte e quindi ottenere anche da loro rispetto.

Solo all'ultimo punto si affrontono le azioni relative alle attività illegali, ossia si invitano i residenti a stare con gli occhi aperti e comunicare in tempo reale, attraverso le chat dei gruppi, spaccio, furti, vandalismo. Solo all'ultimo, perché ai cittadini di "Torpigna" non piace essere identificati solo con il degrado. Perché qui, ci sono le raccolte fondi spontanee per restaurare il cannone della I Guerra Mondiale, i retake per pulire le strade vicino alle scuole, i murales dello street artist di fama internazionale e che all'Estero di ci invidiano, David Diavù Vecchiato. E da oggi c'è anche il progetto "Osservatorio di vicinato". 





 
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