Dietro alla visita del ministro dell'Interno, Matteo Salvini, in Israele c'è – come è naturale che sia – l'opera di mediazione dell'ambasciatore Ofer Sachs. Che, lo scorso mese di luglio, era stato al Viminale per vedersi proprio con Salvini e mettere a punto questa missione. E, infatti, in quella occasione, il vice-presidente del consiglio italiano aveva garantito che sarebbe partito alla volta di Tel Aviv. Così è stato, con una scia di polemiche hanno caratterizzato le dichiarazioni del ministro italiano relativamente al ruolo di Hezbollah.
Qual è l'aspetto più importante del viaggio di Salvini?
«Senza ombra di dubbio, l'aver avuto la possibilità di mostrargli le complessità di questa regione, le sfide e le opportunità presenti in Israele. E, inoltre, aver potuto visitare il confine settentrionale con il Libano, per mostrargli cosa sta facendo Hezbollah, oltre all'incontro con il primo ministro Netanjahu: con lui sono stati affrontati vari temi, da quelli accademici ad economici a quelli relativi ad altri settori di potenziale cooperazione».
Secondo lei, il ministro è rimasto colpito dai tunnel di Hezbollah?
«Salvini ha detto l'ovvio, a proposito di questa visita: che Hezbollah sia un'organizzazione terroristica non solo per Israele, ma anche per l'Unione Europea, ad esempio, non è più una notizia. Hezbollah non si trova nel Sud del Libano per condurre delle operazioni di pace: ma per fini terroristici, per attaccare civili nelle parte settentrionale di Israele. Siamo grati a Salvini per le sue parole: ogni altra interpretazione di ciò che sta accadendo in Libano non rispecchia fedelmente la realtà».
Si è stupito delle polemiche che hanno accompagnato la definizione di Hezbollah come “terroristi”?
«Sì. Hezbollah è un'organizzazione terroristica. Punto. Non c'è altro modo per definirla. La risoluzione 1701 delle Nazioni Unite, definisce in maniera molto chiara dove dovrebbe e dove non dovrebbe stare Hezbollah. Sfortunatamente, negli ultimi tempi questa organizzazione sta acquistando sempre più potere politico in Libano: il 40% del Parlamento è controllato direttamente o indirettamente da Hezbollah, che tiene in ostaggio la popolazione del Paese».
Si aspetta una visita del M5s in Israele adesso?
«Assolutamente sì.
La missione di Salvini avrà ora delle ripercussioni pratiche? Ci saranno partnership tra Italia e Israele? «Abbiamo avuto la possibilità di trattare diversi temi economici: da quello del sostegno al gasdotto Eastmed alla cooperazione in ambito accademico e industriale. E' stata una discussione molto aperta e amichevole, quella tra il nostro primo ministro e Salvini, anche relativamente a nuovi accordi da che vanno incoraggiati».