RICERCA DI SE STESSI
Qualche piccolo segnale c’è stato ma di strada i biancocelesti devono farne ancora molta se vogliono uscire da questo momento complicato. «Prestazioni diverse, ma siamo riusciti comunque a muovere la classifica. Tra queste partite ci sono le sconfitte in Europa League in cui non avevamo motivazioni. Giovedì abbiamo dato tutto, non piace a nessuno perdere. Con l’Atalanta dovremo fare una grande partita, voglio una squadra che lotta su ogni palla» il pensiero di Inzaghi che poi sottolinea: «Sappiamo cosa troveremo a Bergamo, un’ottima formazione con un grande allenatore che stimo molto, insieme ad Allegri sono i migliori qui in Italia». L’Atalanta è una squadra veloce e al tempo stesso dotata di ottime qualità di palleggio. E vanta anche il terzo miglior attacco del campionato con 29 reti fatte. A guidarlo c’è quel Gomez a lungo inseguito ma mai acquistato dalla Lazio. Inzaghi non ha nessun rimpianto: «Sono felice dei giocatori che ho. Correa sta facendo grandi cose. Il Papu sarà un osservato speciale, può cambiare gli equilibri della partita». Il tecnico biancoceleste ha tenuto ancora una volta i suoi a rapporto, ha cercato di caricarli senza però appesantirli di pressioni inutili. Devono avere la testa libera per potersi esprimere al meglio.
RABBIA E FAME
Vuole una Lazio «affamata» perché contro l’Atalanta servirà dare più del 100%. Mescola le carte a parole parlano di difesa a quattro ma quasi sicuramente l’assetto resterà lo stesso di sempre. I nerazzurri difendono molto alti e per attaccare la profondità ha bisogno di giocatori rapidi ecco perché Correa dovrebbe partire dal primo minuto insieme ad Immobile. Nella ripresa possibile l’ingresso di Luis Alberto nel ruolo di mezzala perché Gasperini fa un pressing asfissiante e quindi c’è necessità di uscire bene in palleggio. Ma tutto dipenderà dal risultato. Fondamentale l’approccio. E soprattutto la concentrazione fino al fischio finale. Vietato sbagliare ancora. La Champions spetta, ma non all’infinito.
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