Rifiuti di Roma, l’alt del governo: «Nuovi siti o stato d’emergenza»

Rifiuti di Roma, l’alt del governo: «Nuovi siti o stato d’emergenza»
di Simone Canettieri e Mauro Evangelisti
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Domenica 16 Dicembre 2018, 00:08 - Ultimo aggiornamento: 17 Dicembre, 14:35

Rifiuti, stato d’emergenza. La corsa disperata per trovare, nel Lazio, impianti che possano sostituire il tmb di via Salaria bruciato martedì all’alba, non è conclusa. E ora al Ministero dell’Ambiente stanno prendendo molto sul serio uno scenario alternativo. Se tra domani e dopo domani non vi saranno certezze, se ci saranno ancora quantitativi significativi di rifiuti senza una destinazione certa, il ministro Sergio Costa chiamerà il prefetto Paola Basilone e si ricorrerà alla dichiarazione dello stato d’emergenza.
 



Dovrà essere nominato un commissario, che avrà dunque poteri d’intervento rapido, che di fatto si occuperà di tutto il ciclo dei rifiuti di Roma. Una richiesta su cui sta spingendo da tempo il M5S: dai parlamentari al Campidoglio, a partire da Virginia Raggi. Con il governo in frenata. Con il passare delle ore lo scenario sta cambiando. In altri termini: non sarà un commissariamento di Comune, Regione o Ama, ma un’autorità superiore che tenterà di eliminare tutti gli ostacoli visto che l’Italia non può permettersi di ritrovarsi con la Capitale ricoperta a Natale. 

LE MOSSE
All’appello manca ancora il contratto con un impianto privato di Aprilia, in provincia di Latina, che fa capo alla società Rida e che dovrebbe ricevere circa 300 tonnellate al giorno, ma che chiede garanzie sulla possibilità di portare gli scarti nella discarica di Colleferro. Per questo domani mattina si svolgerà un nuovo incontro tra i vertici di Rida e quelli di Lazio Ambiente. Sul tavolo ci sono anche le garanzie dei pagamenti da parte di Ama.

E’ un quadro ancora confuso, che preoccupa sia la sindaca Virginia Raggi, che ieri ha fatto pressioni perché si trovasse una soluzione prima di domani, sia il ministro Costa, che sul caso Roma ha messo al lavoro una cabina di regia di cui, oltre a Campidoglio e Ama, fa parte anche la Regione. Proprio l’assessore regionale all’Ambiente, Massimiliano Valeriani, ieri ha annunciato che Lazio Ambiente ha assicurato l’apertura domenicale della discarica di Colle Fagiolara (Colleferro). Oggi non servirà perché non c’è tempo per portare gli scarti, ma il 23 l’impianto sarà comunque a disposizione, in via eccezionale.

«È in corso una cabina di regia e una task force dopo l’incendio al Tmb che ci vede impegnati a tempo pieno. Siamo fiduciosi che questa sia la strada giusta per superare la criticità», ripete il ministro Sergio Costa. La sindaca Virginia Raggi ricorda: «È andato a fuoco un impianto che gestiva un quarto dei rifiuti indifferenziati di Roma Capitale, e sulle cause dell’incendio c’è la magistratura che sta indagando. Bisogna risolvere il problema, sono preoccupata, la mia preoccupazione è che Roma sia pulita nel più breve tempo possibile». Tutto giusto, ma resta un dato: da martedì sono trascorsi già molti giorni, i quadranti nord ed est sono ricoperti dalla spazzatura e ancora non c’è un piano dettagliato su come sostituire il tmb di via Salaria bloccato, per sempre, dall’incendio. Anche i governatori delle altre regioni, seppur in maniera garbata, si sfilano. Dal Veneto di Zaia («Non possiamo: non è una questione partitica, ma tecnica») all’Emilia-Romagna di Bonaccini («Ho già dato l’anno scorso e sono stato anche insultato dal M5S»). L’unico aperturista è Enrico Rossi: «La Toscana, se serve, non si tirerà indietro». La vicenda preoccupa il governo e il M5S. E proprio Davide Casaleggio, dal Rousseau city lab di Napoli, attacca gli inceneritori: «Hanno effetti negativi». 
 

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