Governo, D'Uva (M5s): il contratto non si tocca

Il capogruppo M5S alla Camera, Francesco D'Uva
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Sabato 15 Dicembre 2018, 18:00
«Quel contratto di governo non deve essere toccato, cambiarlo adesso significherebbe tradire gli elettorati interessati, non siamo intenzionati a rivederlo». Lo ha affermato il capogruppo M5S alla Camera, Francesco D'Uva, ospite de L'Intervista di Maria Latella su Sky Tg 24. «Se una forza» della maggioranza «vorrà sfilarsi» dal contratto di governo «si dovrà tornare alle urne», ha poi aggiunto D'Uva.

Quando il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Giancarlo Giorgetti, ieri ha parlato del reddito di cittadinanza, «bisogna capire se era serio o se stesse scherzando. Stento a credere che la Lega possa dividere l'Italia in un'Italia che piace e in un'Italia che non piace, a noi del Movimento 5 stelle piace tutta l'Italia», ha affermato ancora il capogruppo M5S alla Camera. «Sarebbe abbastanza grave - ha aggiunto - l'idea che ci sia un'Italia bella e un'Italia brutta, l'Italia del Nord e l'Italia del Sud, l'Italia dei ricchi e l'Italia dei poveri, per noi non è così: l'Italia è unica, ci piace tutta e va aiutata tutta. Ci saranno i controlli dello Stato per impedire che ci siano i furbetti».

«Abbassare in questo modo il deficit rispetto a quello che avevamo previsto» scendendo al 2,04 «e incorrere comunque nella sanzione per noi sarebbe inaccettabile. Quindi siamo più che convinti che» con l'Ue «riusciremo a venirci incontro», ha poi assicurato D'Uva.

«Si stima che della platea degli aventi diritto non saranno tutti a chiedere quota 100. Questo è semplicemente il taglio, perché noi l'avevamo prevista per tutti ma non sarà per tutti», ha quindi spiegato il capogruppo M5S alla Camera.

Un'alleanza tra M5S e Pd all'indomani delle elezioni «sarebbe stato un errore», perché «il Partito democratico è uno e trino, ce ne sono tantissimi». E «tendo ad escluderlo» anche per il futuro se diventasse segretario Nicola Zingaretti: «hanno troppe anime diverse, all'interno del Parlamento sarebbe un vero e proprio Vietnam, ci sarebbero troppi veti incrociati all'interno della stessa forza politica, non tra due forze politiche diverse, si bloccherebbe il Paese», ha continuato D'Uva.

Parlamentari M5s interessati a passare a FI contando su una rielezione in caso di elezioni anticipate? «Se qualcuno mi chiedesse di passare a un altro gruppo francamente mi vergognerei di farmi vedere poi sul mio territorio, passeggiare per Messina dicendo: "Sapete ho cambiato idea, voi mi avete votato per stare nei M5S e io ho fatto il cambio di casacca", mi vergognerei tantissimo e quindi, credo che questo senso di pudore sia trasversale nel gruppo parlamentare del M5S», ha affermato ancora l'esponente 5 stelle. «Tra l'altro - ha proseguito - mi chiedo che vantaggio ci possa mai essere a fare una cosa del genere. Forza Italia l'unico modo che ha per crescere è quello di fare questo, appunto, fare i cambi di casacca in Parlamento perché ha un programma elettorale che non convince più nessuno, lo vediamo, infatti, che si sta facendo mangiare dalla Lega nei sondaggi perché comunque è così. Quindi - ha aggiunto - l'idea che qualcuno possa fare il passaggio dai 5S a FI francamente mi sembra molto strano». E alla domanda della giornalista se pensa che il cambio di casacca non conviene perché non li ricandiderebbero, il capogruppo M5S alla Camera ha risposto: «Può essere una chiave. Non vedo che percentuale servirebbe per permettere una rielezione di questi parlamentari perché già ci sono quelli che sono forzisti convinti più aggiungere quelli che cambiano, mi sembra difficile che ci sia posto per tutti».

 
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