Manovra, perché la Francia può sforare e l'Italia no

Manovra, ecco perché l'Ue non apre all'Italia: «Il deficit francese è temporaneo»
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Mercoledì 12 Dicembre 2018, 18:38 - Ultimo aggiornamento: 19:49
Da una parte ci sarà uno sforamento temporaneo del tetto del deficit, dall'altra c'è, e già da anni, una violazione della regola del debito che ora rischia di sfociare in una procedura. La situazione di bilancio di Francia e Italia non è paragonabile secondo il commissario agli affari economici Pierre Moscovici, perché la base di partenza è molto diversa. Di seguito le principali differenze.

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MANOVRA 2019. Quella francese è stata promossa dalla Ue, ancorché giudicata «a rischio» di deviazione delle regole a causa di uno sforzo strutturale minore del richiesto, ma comunque presente (0,2%). Quella italiana è stata respinta dalla Ue perché contiene un ampio peggioramento strutturale (0,8%) invece di un miglioramento, e rischia a breve l'apertura di una procedura per debito. Grazie alla promozione, per la Francia la prossima valutazione dei conti pubblici avverrà a maggio 2019. A causa della bocciatura, per l'Italia si è innescato l'iter procedurale che porta all'infrazione.

DEFICIT. La Francia è uscita dalla procedura per disavanzo eccessivo a maggio scorso. Nella manovra 2019 aveva previsto di alzarlo al 2,8% con misure temporanee invece di ridurlo ulteriormente, ma promettendo di farlo calare all'1,8% nel 2020. Con le nuove misure annunciate da Macron, invece, nel 2019 sforerà il tetto consentito del 3%. Moscovici ha spiegato che le regole consentono uno sforamento «limitato, temporaneo, eccezionale», che non deve eccedere il 3,5% e non deve protrarsi oltre l'anno. Inoltre la Francia prevede un miglioramento del saldo strutturale di 0,2%. Il deficit italiano al 2,4% è ampiamente dentro le regole, ma diventa 'pesantè per il bilancio nel momento in cui il saldo strutturale peggiora di 0,8% invece di migliorare di 0,6%, come richiesto dalle regole.

DEBITO.
Quello francese è al 98% e, sebbene sopra il tetto del 60%, non è stato mai monitorato dalla Commissione che aveva da guardare quelli di altri Paesi ben più alti. Inoltre la Francia godrà per tre anni di un periodo di 'transizionè nel quale dovrà fare aggiustamenti strutturali minori di quanto richiesto dalle regole, una 'accortezzà che si applica ai Paesi appena usciti dalla procedura per deficit. Anche l'Italia ne ha goduto fino al 2016. Il debito italiano è il secondo più alto d'Europa dopo la Grecia, e secondo le stime Ue resta piantano al 131% del Pil. L'Italia, che rischia la procedura già dal 2016, l'ha sempre evitata grazie alla flessibilità, di cui ha esaurito quasi tutti i margini. Inoltre, a maggio scorso la manovra del Governo Gentiloni per il 2018 era stata promossa in via definitiva ma solo con la promessa che nell'arco dell'anno ci sarebbe stato un miglioramento strutturale di 0,1% e che la manovra 2019 ne avrebbe previsto uno da 0,6%. Due circostanze che non si sono verificate. È per questo che Bruxelles può aprire una procedura per debito già sul 2018, senza bisogno di aspettare la primavera.
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