Treviso, verifiche sui bidelli provenienti dal napoletano: tutti diplomati col massimo dei voti, ma i certificati non saltano fuori ​

Treviso, verifiche sui bidelli provenienti dal napoletano: tutti diplomati col massimo dei voti, ma i certificati non saltano fuori
di Luca Bertevello
5 Minuti di Lettura
Martedì 11 Dicembre 2018, 11:36
TREVISO - Diplomi rigorosamente col massimo dei voti, certificati impossibili da reperire, contributi mai versati, numeri di telefono che squillano a vuoto. E collaboratori scolastici, tutti provenienti dalla Campania, che hanno ottenuto un posto di lavoro al quale forse non avrebbero mai potuto accedere.

E' il sospetto delle autorità scolastiche regionali che, dopo la segnalazione di una scuola di Garda (Verona), hanno trasmesso una circolare a tutti i Provveditorati chiedendo che negli istituti comprensivi vengano fatti accertamenti su punteggi, abilitazioni e titoli sia dei collaboratori scolastici, cioè i bidelli, sia del personale amministrativo che lavora nelle segreterie. Ma solo quello proveniente dalla Campania. E non è la prima volta.

Già nel febbraio scorso la Guardia di Finanza aveva indagato su decine di posizioni relative agli anni Novanta. Sempre di personale Ata, Sempre proveniente dall'area del Vesuvio. Sempre uscito da scuole fantasma o create ad arte per raccattare soldi facili in cambio di diplomi fasulli. 

Seguendo le disposizioni della circolare, tutti gli istituti comprensivi della regione si sarebbero già mossi per fare le proprie verifiche. E sembra che siano già emersi diversi casi analoghi: personale sospetto per nascita, provenienza o residenza, difficoltà nel reperire dati e informazioni. La faccenda è delicata. Una posizione illegittima può configurare i reati di falsità ideologica, falsità materiale in atto pubblico e truffa ai danni dello Stato. E se ce ne sono parecchie, come sembra, la situazione rischia di farsi davvero dirompente.

VICOLO CIECO
Gli esempi citati nella segnalazione dell'istituto veronese, da cui è partito l'accertamento di massa, sono talmente grotteschi da apparire incredibili e riguardano le verifiche per la convalida del punteggio del personale Ata 2018/2021 già assunto o inserito nelle graduatorie di terza fascia, quindi posizioni molto più attuali di quelle finite sotto la lente delle Fiamme Gialle a inizio anno. Normalmente gli istituti scolastici attingono a queste graduatorie per coprire posti di lavoro vacanti che riguardano il personale non docente e le assunzioni vengono fatte mediante contratti a tempo determinato che vengono poi rinnovati ogni tre anni. Le verifiche sono arrivate però a un punto di stallo perchè qualsiasi tentativo di accedere a info e documentazioni si è rivelato un vicolo cieco. E nei rari casi in cui di documentazione se n'è trovata in abbondanza, sono punteggi e riscontri a lasciare perplessi.

IL DIPLOMIFICIO
Molti collaboratori scolastici già regolarmente assunti hanno ottenuto i diplomi all'Istituto paritario Voltaire di Napoli, per anni al centro di corpose inchieste della Procura partenopea, l'ultima lo scorso anno. Uno scandalo che aveva fatto il giro d'Italia, con 250 privatisti di tutte le età, di ogni estrazione sociale e provenienti da ogni angolo della penisola che, dopo aver spostato la residenza sul golfo, avrebbero ottenuto il diploma nonostante una frequenza scarsa o nulla. I collaboratori scolastici stanati dal liceo di Verona hanno conseguito la qualifica fra il 2011 e il 2013 con la votazione di 100/100, nessuno escluso. Cosa che il Voltaire ha poi confermato carte alla mano. Sembra non esistano punteggi inferiori, eventualità da non escludere dato che per conseguire il titolo ogni candidato ha dovuto preventivamente sborsare 5mila euro. E certamente nessuno li versa per finire nelle retrovie.

L'ABITAZIONE PRIVATA
Anche chi ha lavorato al tecnico paritario De Nicola di San Giuseppe Vesuviano ha titolo per essere inserito a sua volta nelle graduatorie di terza fascia, quindi fra i supplenti del personale tecnico e ausiliario. Ma al numero del De Nicola risponde un'abitazione privata. L'interlocutore all'altro capo del filo afferma di essere solo un parente del direttore della scuola. Poi corregge il tiro: «Potete trovare la segretaria in tarda mattinata». Della donna però non c'è traccia. Risponde solo una segreteria telefonica intestata all'istituto. Fine dei giochi.

APERTA E POI CHIUSA
Scuola paritaria San Remigio di Nocera Superiore (Salerno): la strada del contatto via mail è impercorribile. L'Ufficio scuole paritarie di Salerno, di fronte alla richiesta di sapere se quella di Nocera esista o sia mai esistita, si limita a rispondere che è rimasta aperta dal settembre del 2011 al giugno del 2015, poi un decreto di revoca l'ha fatta chiudere. Documentazione? Mai depositata. Contributi? L'Inps di Nocera non li ha mai visti. Ma i collaboratori scolastici su cui gravano i sospetti hanno con sè certificati di servizio siglati nero su bianco e perfino il numero di telefono della San Remigio. Al numero però risponde una ludoteca. «I certificati? Li abbiamo noi e abbiamo anche le ricevute di pagamento dei contributi». «E perchè all'Inps non risultano?». «Perchè non avrà ancora aggiornato il sistema».

LA MATERNA CHE NON C'E' PIU'
La scuola per l'infanzia paritaria Disney Club di Marcianise (Caserta) è regolarmente registrata nel database dell'Ufficio scolastico della Regione Campania. Ma al telefono non risponde nessuno. Alla mail neppure. L'ufficio scolastico di Caserta fornisce un altro numero. Risponde lo studio di un commercialista che gestiva le buste paga: «Quei documenti non li abbiamo più, possiamo solo darvi il cellulare del direttore». Risponde un uomo che sì, era stato direttore. Una volta, quando la scuola, nata come per magìa, era zeppa di corsisti. «Mi dispiace non sono in grado di aiutarvi» gracchia. Nuovo tentativo col numero del database. Stavolta qualcuno risponde: «Ma questa è una casa privata. La struttura che ospitava la materna? É stata affittata, non so a chi».

SERVE CHIAREZZA
Troppe situazioni equivoche sulle quali, dopo la circostanziata denuncia del Comprensivo di Verona, la Regione Veneto vuole fare chiarezza al più presto attraverso gli organi territoriali. I prèsidi degli istituti dovranno produrre i curriculum vitae e i diplomi allegati del personale sotto inchiesta, ma anche le semplici istanze di quanti hanno presentato domanda di ammissione in graduatoria per ottenere il posto di lavoro o di coloro che sono stati assunti dopo concorso di abilitazione. Ne va della credibilità di un intero sistema.
© RIPRODUZIONE RISERVATA