Ma la passione per la letteratura hard-boiled era sbocciata molto prima, dalla «famosa mansarda del nonno» in cui da ragazzino pescava libri di Raymond Chandler, Mickey Spillane, per arrivare più tardi all'autore de "Il collezionista di ossa", e ai gialli di Michael Connelly.
Faletti amava la vita vera, i personaggi reali; e - scrive ancora Bellesini - «è soprattutto nei racconti che Giorgio riversava il mondo in cui era cresciuto»: piccoli dettagli della sua vita di adolescente, oppure atmosfere familiari, scene di vita di provincia. Lo scrittore che veniva maltrattato da certa critica snob, che lo vedeva come un outsider, ebbe una volta modo di confrontarsi con chi lo aveva stroncato; e l'incontro ebbe una funzione quasi catartica. Accadde con Giorgio De Rienzo (scomparso nel 2011), incontrato alla serata finale di un premio letterario: l'ex cabarettista gli disse di avere notato (con piacere) di essere passato nella valutazione dal 3 al 4, e di prevedere quindi di avere bisogno di altri due romanzi per spuntare la sufficienza. Per arrivare al risultato agognato, ci mise un romanzo in più; ma è da simili traversie (totalmente scollate dal successo di pubblico) che va letto questo personaggio dal genio beffardo.
"La ricetta della mamma", il nuovo lavoro da cui è stato tratto un cortometraggio (sarà svelato il 15 dicembre all'Asti Film Festival), merita grande rispetto. Il sicario Mico Torre si introduce nell'appartamento di un manager donnaiolo, con l'obiettivo di uccidere il testimone che deve presenziare a un processo, nell'aula di un tribunale vicino. L'arrivo di un involto, contenente una lettera affettuosa e un piatto casalingo, costituirà una sorpresa inaspettata. Di mamma, si sa, ce n'è una sola.
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