E dopo Speraggio, Raggi in incognito per "Un Natale esplosivo"

Le letture della sindaca
di Stefania Piras
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Domenica 9 Dicembre 2018, 23:04 - Ultimo aggiornamento: 10 Dicembre, 04:49
"Un Natale esplosivo". Virginia Raggi sceglie i racconti di Arthur Conan Doyle per festeggiare la fase due del suo mandato. Dopo l'accensione dell'albero di Natale in piazza Venezia, evento affollatissimo a cui ha preso parte anche Beppe Grillo,  si è concessa un giro con il figlio tra gli stand della fiera "Più libri più liberi". E Matteo è tornato a casa con i volumetti scelti dalla mamma. La sindaca - raccontano che sia rimasta ore a leggere trame e a sfogliare libri -  si è fatta ispirare da questo momento di riscossa politica. Il giorno della sua assoluzione in tribunale infatti segna lo spartiacque del suo mandato, la fase due, quella in cui «bisogna correre» e fare le cose in grande come quell'albero in piazza. 

Il Natale esplosivo, è questo uno dei titoli scelti da Raggi, è un racconto umoristico per ragazzi comparso sul numero natalizio di The Boy's Own paper nel 1883 e mai pubblicato in Italia. Nel libro scritto dal papà di Sherlock Holmes c'è un esperto di esplosivi che si ritrova suo malgrado vittima di un intrigo e dovrà far ricorso a tutta la sua astuzia per affrontare la situazione. E con Speraggio, la sindaca è sicura di aver già sparato i primi fuochi d'artificio per il suo Natale esplosivo.
Nello stesso stand, quello della Nuova Editrice Berti, Raggi ha acquistato soprattutto tascabili d'autore che fanno il parallelo con le sue peripezie in Campidoglio: Jules Verne, "Un inverno tra i ghiacci" dove c'è un marinaio disperso nei mari del nord affronta avventure al limite della sopportazione umana.

Sono lontani i tempi della campagna elettorale in cui sul comodino teneva "E io pago",  il libro dell'amico Daniele Frongia che era una denuncia sugli sprechi da cui si poteva generare il reddito di cittadinanza.
Era la fase zero. Ora è la fase due, quella in cui Raggi legge per gusto e non per dovere. Tutti i titoli scelti erano per Matteo e forse uno per sé:  "Il caso dell'elefante bianco", esilarante caricatura di un poliziesco firmata da Mark Twain che si prende gioco dei luoghi comuni e dei personaggi da copione con in coda due riflessioni semiserie su come sconfiggere corruzione e criminalità. 

 
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