Lazio, il processo è a porte chiuse

antology
di Alberto Abbate
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Giovedì 6 Dicembre 2018, 07:30
 Chiuse le porte di Formello, si spalancherà un portone sabato in campo. E’ questo l’obiettivo del ritiro dichiarato. Così il centro sportivo si trasforma in un luogo spirituale per ritrovare l’animo laziale. A confessare tutta la squadra da martedì ormai ci pensano Inzaghi, Peruzzi e Tare. Sono iniziati pure i colloqui personali, bisogna eliminare sul nascere tutte le fazioni, è fondamentale ritrovare certi campioni. Nessuno può e deve approfittare di questa situazione per far uscire personalismi o spargere altre parole infiammabili nell’aria.
Anzi, a gettare acqua sul fuoco ci pensa Peruzzi, direttore dell’area tecnica, ma come sempre anche Angelo custode di una ciurma che non vuole finire in avaria. Lui non è uno che abbandona così la nave, dunque tutte le riflessioni d’addio sono rinviate: «Ho sempre firmato un contratto per un anno. Così sta bene pure a Lotito. Anche lui è giusto che decida a giugno se ho fatto bene o se è il caso di darmi un calcio e mandarmi via». Dei litigi ci sono stati, ma al momento sembrano essere rientrati. E’ stato Peruzzi a comunicare il ritiro sul pullman di ritorno da Verona ai giocatori: «E’ normale che preferissero stare a casa a dormire con le proprie famiglie, ma poi tutti hanno capito che non era una punizione, ma un modo per ricompattarci. Non siamo in una crisi nera, abbiamo una buona classifica e possiamo ancora fare meglio».
CATTIVERIA
L’allarme è scattato col Milan, ma ancora non era assordante. Già allora però Lotito aveva iniziato a lamentarsi dei cambi, dell’assenza di cattiveria e della gestione del gruppo. Inzaghi era finito sotto processo, con tanto di vis-a-vis sabato scorso a Formello. Il presidente pensava di dare una scossa a lui e alla squadra. Invece le pressioni hanno avuto un effetto boomerang e hanno portato a un pari assurdo col Chievo. Due giorni prima erano state le “riserve” a crollare a Cipro, a Verona invece pure i big riposati hanno fallito senza nessun apparente motivo. Ieri mattina è stato analizzato tutto il primo tempo horror nelle sessioni video, prima della doppia seduta, insieme proprio alla gara di Coppa. Già, proprio prima dell’Europa League, Peruzzi era stato scavalcato da qualche giocatore che si era rivolto direttamente a Tare per giocare. Basta, tutti devono tornare a remare dalla stessa parte, per la Lazio questo è il momento di rigiocarsi tutte le sue carte. Il filotto giusto contro Samp, Atalanta, Cagliari, Bologna e Torino permetterebbe non solo di riprendersi il quarto posto, ma di puntare persino l’Inter se già domani non dovesse mantenere il passo.
DIFESA
Basta anche black out (16 gol subiti in 14 giornate) in difesa, che Inzaghi non sembra voler cambiare in corsa. Ieri si è concentrato sulla retroguardia, sono iniziate le prove col solito 3-5-2. Inzaghi ha riparlato molto anche con Milinkovic e Luis Alberto. Le critiche adesso li stanno inghiottendo, ma senza di loro il tecnico ritiene impossibile lottare per la Champions. In questo dicembre lui e la Lazio si giocano tanto, è fondamentale ritrovare quindi subito un successo che manca dall’8 novembre. Anche perché altrimenti il ritiro potrebbe non avere più un breve termine, conoscendo il presidente.
 
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