TAV, a Torino tremila imprenditori per dire sì: rappresentano il 65% del Pil italiano

TAV, a Torino tremila imprenditori per dire sì: rappresentano il 65% del Pil italiano
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Lunedì 3 Dicembre 2018, 19:00
(Teleborsa) - Tiene banco il dibattito sulla Tav. "Torino è una città simbolo. Siamo qui con 12 associazioni, compresa la nostra, che sono rappresentanti di agricoltori, artigiani, commercianti, esercenti, cooperative, industria, di oltre 3 milioni di imprese e il 65% del Pil" con oltre 13 milioni di dipendenti. Queste le parole del presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia, a margine dell'iniziativa Infrastrutture per lo sviluppo alle Ogr - Officine Grandi Riparazioni di Torino.

"Il messaggio è chiaro, sì alla Tav Torino-Lione, sì alle infrastrutture, sì alla crescita, perché le infrastrutture sono un'idea di società, includono, e sono un'idea di visione del Paese, centrale tra Europa e Mediterraneo, aperta a Est e a Ovest". Alla manifestazione partecipano i presidenti delle associazioni aderenti e circa 3mila rappresentanti delle stesse. Aderiscono Agci, Ance, Confapi, Confindustrtia, Confartigianato, Casartigiani, Cna, Confcommercio, Confesercenti, Confagricoltura, Confcooperative e Legacoop.


BOCCIA: "PAZIENZA QUASI AL LIMITE" - Una posizione chiara quella del presidente di Confindustria Boccia che non usa giri di parole: "Se siamo qui significa che siamo a un punto quasi limite di pazienza, per mettere insieme 12 associazioni tra cui alcune concorrenti tra loro. Se siamo qui tra artigiani, commercianti, cooperative, industriali, qualcuno si dovrebbe chiedere perché''. Che ha aggiunto: "La politica è una cosa troppo importante per lasciarla solo ai politici. Noi stiamo facendo proposte di politica economica per evitare danni al Paese. Lo stiamo facendo con una logica di rispetto delle istituzioni, certo che se qualche ministro quando gli facciamo una proposta ci chiede una mail, ci costringe a fare operazioni come questa di Torino. Il problema evidentemente non siamo noi".

SERVE MANOVRA ANTICICLICA - Scettico anche il giudizio sulla manovra che è "molto concentrata sui fini del contratto di governo e ha poco in termini di crescita, se poi aggiungiamo l'ansia dei cantieri Lione-Torino e il depontenziamento di alcuni strumenti, collegato al rallentamento dell'economia globale, al rallentamento della Germania e ai nostri dati, ci dovrebbero far comprendere che il Paese non ha bisogno di una manovra cosiddetta espansiva ma anticiclica" ha concluso il numero uno di Confindustria, dopo aver ribadito che la manovra "è debolissima sulla crescita".
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