Spiega Max Mestroni dell'agenzia creativa Claimax, che con l'attenta supervisione dell'autrice ha adattato l'immagine al suo nuovo "scopo" di manifesto del festival: "Siamo stati subito sedotti dalla foto di Issermann: lontana dalle simbologie celebrative, nonostante la severità del bianco e nero riesce a restituire ingenuità e leggerezza". Accanto al manifesto ufficiale, l'anniversario del crollo Muro sarà al centro di una eccentrica retrospettiva che - spiegano i direttori artistici del festival Fabrizio Grosoli e Nicoletta Romeo - «porta con sé un pizzico di quell'umorismo, quello jüdischer Witz, che contraddistingue la cultura mitteleuropea, che mescola l’alto e il basso, il dramma e la commedia, e che offre uno sguardo sbilenco e anti-celebrativo di un momento storico da cui è nata anche la nostra manifestazione».
Quattro i titoli in programma: “Uno, due, tre!” di Billy Wilder (1961), realizzato a Berlino proprio nell'estate in cui il Muro fu eretto; “Totò e Peppino divisi a Berlino” di Giorgio Bianchi (1962), "instant comedy" scritta da Age e Scarpelli con le scene del muro ricostruite all'ippodromo di Tor di Valle di Roma; il documentario candidato all'Oscar “Rabbit à la Berlin” di Bartosz Konopka (2009), che racconta la vita quotidiana della Berlino del muro attraverso gli occhi della colonia di leprotti che per decenni abitò la striscia della no-zone; e “Possession” di Andrzej Żuławski (1981), metafora del male nell'uomo e nella società contemporanea.
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