Per 327 milioni dei 500 milioni di clienti colpiti sono finiti a rischio «dati personali come nome, cognome, indirizzo di casa e di posta elettronica, numero di telefono, numero del conto, data di nascita, giorno di arrivo e della partenza». I marchi degli hotel interessati includono W Hotels, St. Regis, Sheraton, Westin, Element, Aloft, The Luxury Collection, Le Méridien e Four Points. Oltre ad alcune multiproprietà a marchio Starwood, mentre nessuna catena del marchio Marriott è stata minacciata. E la violazione potrebbe costare al gruppo centinaia di milioni di dollari in spese legali. «Siamo profondamente dispiaciuti per l'incidente», ha commentato la società, che avrebbe scoperto gli accesi non autorizzati solo a settembre di quest'anno, annunciando di aver creato un sito per aiutare i clienti colpiti negli Stati Uniti e in altri Paesi.
L'attacco hacker è iniziato prima che Marriott presentasse l'offerta di acquisizione di Starwood per 12,2 miliardi di dollari nel novembre 2015.
Accordo che è stato poi finalizzato nel settembre 2016, con cui Marriot ha creato il più grande gruppo alberghiero del mondo. Quello contro Marriott International è solo l'ultimo cyber-attacco contro una grande società: tra i più gravi ci sono il caso Yahoo, che l'anno scorso ha fatto sapere come i dati di tutti i suoi tre miliardi di account erano stati violati nel 2013. E ancora, nel 2014, 83 milioni di account di JPMorgan Chase sono stati compromessi, mentre nello stesso anno eBay ha chiesto a tutti i suoi 145 milioni di utenti attivi di cambiare le loro password come misura precauzionale.
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