Violenza donne, il governo approva il codice rosso: corsia preferenziale per le denunce

Violenza donne, il governo approva il codice rosso: corsia preferenziale per le denunce
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Mercoledì 28 Novembre 2018, 14:40 - Ultimo aggiornamento: 29 Novembre, 14:06

Una corsia preferenziale per le denunce, indagini più rapide sui casi di violenza alle donne e l'obbligo per i pm di ascoltare le vittime entro tre giorni. E ancora: corsi di formazione ad hoc per le forze di polizia perchè sappiano rapportarsi nel modo migliore alle donne che denunciano, compiendo «un atto di coraggio» - come dice il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede-, soprattutto quando l'aguzzino è il proprio partner. 
 


È il cuore del Codice Rosso, il ddl approvato dal Consiglio dei ministri su proposta del Guardasigilli e della titolare del dicastero della Pubblica amministrazione Giulia Bongiorno. Codice rosso come la priorità data nei pronto soccorso degli ospedali ai casi più urgenti, come sottolinea il premier Giuseppe Conte che con i due ministri ha presentato il provvedimento in una conferenza stampa, ciascuno di loro con un fiocco rosso appuntato sulla giacca in segno di solidarietà alle donne vittime di violenza. Obiettivo del provvedimento è contrastare un fenomeno agghiacciante, come dimostrano le statistiche: i femminicidi hanno raggiunto la cifra di 150 l'anno e, secondo i dati dell'ultimo rapporto Istat sulla violenza contro le donne, circa il 21% delle italiane (pari a 4,5 milioni) è stata costretta a compiere atti sessuali e 1 milione e mezzo ha subìto la violenza più grave, lo stupro.

Si vuole fermare il «massacro» delle donne, come sottolinea Bongiorno riferendosi a quelle incontrate anche nella sua carriera di avvocato, che sono «morte» dopo aver inutilmente denunciato il proprio aggressore, «perchè c'è una sottovalutazione delle denunce delle donne». E velocizzando i tempi di trattazione di una serie di reati - che vanno dai maltrattamenti alla violenza sessuale, dagli atti persecutori alle lesioni aggravate subiti e commessi in contesti familiari o di semplice convivenza- si spera anche di incoraggiare le vittime a non subire in silenzio. «Con questo ddl stiamo facendo anche un appello alle donne: denunciate», esplicita Bonafede. «Fatelo non temete, da oggi lo Stato è al vostro fianco» rilancia da Istragram il vicepremier Luigi Di Maio. Non solo nuove regole, ma anche finanziamenti: «sono stati già recuperati dal precedente stanziamento 33 milioni per il 2019 per un fondo di emergenza» ad hoc coordinato dal sottosegretario alle Pari Opportunità Vincenzo Spadafora«, spiega Conte. E su questo provvedimento Bongiorno auspica che ci sia »condivisione« anche da parte dell'opposizione. Le finalità sono giuste, ma »aspettiamo di vedere il testo«,afferma Mara Carfagna (Forza Italia), assicurando »un atteggiamento costruttivo«. Boccia l'intervento invece Lucia Annibali, deputata del Pd in Commissione Giustizia, che conosce per esperienza diretta la violenza alle donne: »si è preferita ancora una volta la propaganda«. E se dal Pd anche Cosimo Ferri parla di una »norma manifesto« che non risolve i problemi, da un'altra donna del partito, Francesca Puglisi, presidente della Commissione di inchiesta sul femminicidio, arriva un'apertura: »qualsiasi provvedimento che cerchi con serietà di contrastare la violenza sulle donne è un bene«, afferma chiedendo però di non limitare troppo la durata delle indagini, visto che già oggi »un quarto delle denunce viene archiviato per insufficienza degli elementi probatori«.

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