Addio al tenore Umberto Borsò
artista di fama internazionale

Il tenore Umberto Borsò
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Lunedì 26 Novembre 2018, 16:11
È morto a Roma, all’età di 95 anni, Umberto Borsò, tenore di fama internazionale e «ambasciatore del belcanto nel mondo». Un artista che per quasi mezzo secolo ha saputo distinguersi per l’elevata qualità e l’ampiezza del suo repertorio (dalla “Tosca” all’“André Chénier”, da “Otello” alla “Cavalleria Rusticana”) attestata dalla frequentazione di teatri quali - oltre a La Scala di Milano - il Metropolitan di New York, il Bolshoj di Mosca, il Covent Garden di Londra, la Staatsoper di Vienna. L’annuncio della scomparsa è stato dato dal Comune di Castelfiorentino (Firenze), dove aveva iniziato la lunga carriera artistica e che nel 2015 gli ha conferito la cittadinanza onoraria. I funerali di Umberto Borsò si terranno domani, martedì 27 novembre, alle ore 14, a Roma, nella Chiesa degli Artisti, in piazza del Popolo.

Borsò ha cantato insieme ai più grandi interpreti (Renata Tebaldi, Magda Olivero, Maria Caniglia, Marcella Pobbe, Gertrude Grob-Prandl (Turandot), Montserrat Caballé, Birgit Nilsson, Tito Gobbi, Giangiacomo Guelfi (Aida, Fenice di Venezia), sotto la direzione di maestri come Napoleone Annovazzi, Arturo Basile, Oliviero De Fabritiis, Gianandrea Gavazzeni, Franco Patané, Tullio Serafin, e con registi come Luchino Visconti, che lo diresse nel Trovatore nel 1963 a Mosca, lo stesso anno in cui debuttò al Teatro alla Scala di Milano sempre ne Il Trovatore. Al Comunale di Firenze debuttò come Mario in “Tosca”, con Magda Olivero e Ettore Bastianini, gennaio 1965. Borsò ha cantato in 153 rappresentazioni di “Aida”, 135 di “Il Trovatore”, 78 di “Andrea Chénier”, 66 di “Tosca”, 44 di “La Forza del Destino”, 39 di “Otello”. 

Il tenore era nato a La Spezia il 3 aprile 1923. Nonostante una carriera costellata da grandi successi, Umberto Borsò non ha mai dimenticato le sue radici, definendosi più volte (e in diverse occasioni pubbliche) «cittadino di Castelfiorentino». A Castelfiorentino, dove era giunto all’età di 3 anni, aveva iniziato infatti i primi studi fin da bambino, frequentando la chiesa come chierichetto e partecipando ai canti religiosi, un’esperienza in cui aveva appreso i primi rudimenti per una corretta la modulazione della voce. In seguito alla morte del padre, e alla decisione sofferta da parte della famiglia di trasferirsi a Pisa («un ulteriore dispiacere», come lui stesso ricordava) sarebbe iniziata per Umberto Borsò una nuova fase della sua vita. Tuttavia, il tenore non interruppe mai i suoi legami con il paese in cui aveva vissuto la sua infanzia, che anzi sarebbero ripresi con forza grazie alla riapertura - nel 2009 - del Teatro del Popolo, a cui avrebbe donato volentieri i suoi abiti di scena. Un sentimento di attaccamento e di affetto nei confronti della comunità di Castelfiorentino, ampiamente ricambiato nel 2015 con il conferimento della cittadinanza onoraria e la nascita, nel 2016, di un’associazione «Amici della Lirica» che porta il suo nome. Un telegramma di cordoglio alla famiglia è stato inviato dal sindaco, Alessio Falorni, e da tutta la Giunta Comunale di Castelfiorentino. «Una grande perdita - sottolinea il sindaco Falorni - per l’intera comunità castellana, a cui è sempre stato legatissimo. Ho avuto il privilegio di concedergli la cittadinanza onoraria nel giugno 2015: un dono per il quale la gioia nei suoi occhi e nel suo sorriso traspariva nitida; nel suo nome è nata una pregevolissima associazione a Castelfiorentino che si occupa della valorizzazione dell’opera lirica in tutte le sue forme, e che ci ha portato manifestazioni preziose in questi anni. Ricordo molto bene quel 2 giugno. Quegli occhi fieri e intensi, e i consigli spassionati ai giovani talenti castellani. A noi adesso - conclude il Sindaco - il compito di preservarne la memoria e l’eredità di affetti e di talento». 
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