«Casamonica, minacce a Raggi». La scorta sarà rinforzata

«Casamonica, minacce alla Raggi». La scorta sarà rinforzata
di Simone Canettieri e Alessia Marani
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Venerdì 23 Novembre 2018, 00:00 - Ultimo aggiornamento: 21:17

Prima le minacce dei Casamonica, a tu per tu, la mattina dello sgombero. Poi le dichiarazioni rabbiose a tv e siti internet: «Ora andremo a dormire a casa della sindaca». Infine, ieri mattina il blitz negli uffici del VII municipio da parte di alcuni componenti del clan (e tre cassonetti dati alle fiamme nella notte in zona). Sono bastati questi fatti, nelle ultime 48 ore, a far scattare in Prefettura l’allarme.

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Da ieri è stata predisposta la «sensibilizzazione» del dispositivo di sicurezza che accompagna la sindaca di Roma da quando è stata eletta. Attualmente Raggi gode di «un livello 4 di protezione», la misura più bassa della scorta: un poliziotto e un vigile urbano che la seguono sempre, dentro la provincia di Roma. Dopo il blitz con le ruspe al Quadraro, periferia Est, per abbattere le villette abusive del clan, qualcosa però è cambiato. E in molti se ne sono accorti. La rabbia dei rom spodestati è grande.
 



Ieri alle 17,45 una ventina di Casamonica ha tentato di oltrepassare le transenne che li dividono dalle case che il Campidoglio sta demolendo accendendo fuochi e agitando bastoni: spintoni, sputi e insulti contro i vigili urbani schierati. «Domani sarà guerra, porteremo qui duemila persone e inizieremo a sparare», le frasi pronunciate nei confronti dei caschi bianchi romani. Il tentativo di forzare il blocco è stato respinto, due persone sono state arrestate, una terza denunciata a piede libero. La tensione è alle stelle. 

Ieri mattina ad assistere a una conferenza stampa di Raggi c’era anche un gruppo di agenti della polizia, presenza insolita. Poi si è scoperto che la Questura, su input della Prefettura, ha messo in campo una serie di controlli ambientali nei pressi della casa di Raggi, in Campidoglio e nei luoghi frequentati dalla prima cittadina per motivi ufficiali. Si tratta di bonifiche e verifiche preventive. L’allarme in Comune c’è. Ma al momento si aspettano gli esiti delle indagini conoscitive avviate dalle forze dell’ordine. C’è da capire, infatti, quanto le minacce dei Casamonica siano concrete e soprattutto pericolose. Raggi non ha chiesto un innalzamento del livello della scorta. Per ora. Una decisione che viene presa, dopo un comitato per l’ordine e la sicurezza, dal prefetto Paola Basilone. 
 
 

I SEGNALI
Fino a ieri sera si è cercato di tenere la massima discrezione su questa attività di polizia anche per non turbare la vita personale della pentastellata. Così come è «prematuro», spiegavano fonti della Prefettura, arrivare a una decisione. Di sicuro, dopo lo sgombero delle ville, Raggi è stata al centro delle “attenzioni” del clan. Già oggi la sindaca potrebbe però sporgere denuncia: la situazione cambierebbe drasticamente. Nel giro di poco tempo la sua scorta sarebbe rinforzata con più uomini e più mezzi. Chi ha parlato con lei in queste ore l’ha sentita e vista motivata ad «andare avanti»: «Non mi farò certo fermare dalle minacce».

Ma certi segnali, trattandosi di un clan malavitoso, non «devono essere sottovalutati», ragionavano ieri i parlamentari M5S a cui è giunta la notizia. Gli stessi che sono rimasti perplessi dal doppio binario usato dai Casamonica: da una parte gli insulti e le minacce, dall’altra la battaglia legale contro la demolizione a suon di carte bollate. «Elementi inquietanti», la riflessione. Un caso analogo accadde all’ex sindaco Ignazio Marino dopo l’esplosione della seconda parte dell’inchiesta Mafia Capitale.

Il chirurgo dem si vide recapitare davanti casa un piccione morto e un bossolo, preceduti da una lettera minatoria. L’allora prefetto Giuseppe Pecoraro a quel punto quasi obbligò Marino a innalzare la scorta, sebbene l’ex sindaco non volesse, per non rinunciare alla vita normale (a partire dall’amata bicicletta). Un destino che potrebbe ripetersi anche con Raggi. Durante l’assalto di ieri pomeriggio al Quadraro gli agenti del comandante Antonio Di Maggio hanno mantenuto i nervi saldi. «Ma il blindato della polizia - tuona Gabriele Di Bella, storico sindacalista dei vigili - deve stare davanti alle transenne e non dietro. Le questioni di ordine pubblico non debbono rallentare le operazioni».

É una corsa contro il tempo perché il legale dei Casamonica sta cercando di impugnare le demolizioni. Le villette abbattute sono tre. Ieri in quella di Loredana Spinelli, spostando il letto, sotto le mattonelle è stata rinvenuta una botola, un pozzetto di cemento, vuoto. Nella stessa casa sono stati trovati 9 grammi di coca e bilancini di precisione di cui è stata informata la Procura. Altri tre nascondigli, erano stati ricavati in altre abitazioni. Il sospetto è che ci siano ben altri tesori nascosti e che i Casamonica non hanno fatto in tempo a portar via. L’aggressione di ieri tarderà sicuramente la riapertura della strada, riaperta ieri invece la scuola.

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