Paolo e Caterina Guzzanti: «Rapporti difficili, ma poi ci siamo ritrovati»

Paolo e Caterina Guzzanti: «Rapporti difficili, ma poi ci siamo ritrovati»
di Katia Ippaso
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Domenica 11 Novembre 2018, 00:02 - Ultimo aggiornamento: 11:54
«Io penso che alla fine i figli non ereditino proprio niente e che tutte le appropriazioni siano abusive». Paolo Guzzanti lo dichiara, ma è come se volesse dire a sua figlia Caterina, che gli è seduta accanto: «Non ti preoccupare, ragazza mia, non starò ora qui a vantarmi di aver fatto figli belli, intelligenti e spiritosi». Siamo in un bar storico del centro di Roma e, vai a capire perché, ci siamo messi in un angolo stretto, vicino al muro, ignorando tutto lo spazio intorno. È la prima volta in assoluto che padre e figlia accettano di farsi intervistare insieme. Forse per questo c’è, all’inizio, un momento di incertezza, quasi di imbarazzo. Si legge in entrambi un leggero timore, che pian piano si trasforma in delicatezza del racconto, pudore, tenerezza, allegria. 

Paolo Guzzanti, giornalista e saggista, oggi ha 78 anni ed è padre di sei figli. I primi tre, Sabina, Corrado e Caterina, sono nati dal matrimonio con Germana Antonucci, mentre Liv Liberty, Lars Lincoln e Liam Lexinghton sono i figli americani avuti dalla seconda moglie Jill Falcigno (da cui ha divorziato). Caterina sembra una bambina. Delicata, minuta, timida. Ha 42 anni ma è ancora considerata la “piccola” dei Guzzanti. Sabina e Corrado hanno rispettivamente 13 e 11 anni più di lei, ed è con i suoi fratelli maggiori che ha debuttato come attrice comica. «Mi sono fatta tirare. Per fortuna. E ancora adesso mi sembra incredibile di poter guadagnare dei soldi recitando. Quando ho debuttato al Pippo Chennedy Show avevo 21 anni, facevo dei piccolissimi personaggi ed ero molto timida, direi quasi spaventata». 

I TABÙ
«Io la vedevo protetta da questi suoi fratelli genitori, che erano come degli angeli giganti, lei era agli inizi e io la guardavo in tv – dice Paolo Guzzanti – in solitudine, provavo dei sentimenti molto forti. Ho anche pianto. Piangevo di gioia, nostalgia, rimorso, senso di colpa. Non vivevo più con loro da tanti anni. E comunque, anche per la componente geopolitica della mia famiglia, abbiamo sempre mantenuto un atteggiamento rispettoso, cauto. Il patto non scritto è sempre stato: di certe cose non si parla».

Fondamentalmente, il divieto riguardava la politica. Paolo Guzzanti ha avuto un amore partitico che l’ha portato, da ex socialista, a far parte di Forza Italia. Con Berlusconi ha poi divorziato portando come “prove” dell’impossibilità di restare insieme le cinquecento pagine di un librone intitolato Guzzanti vs Berlusconi (2009). In seguito si è avvicinato al minuscolo Partito Liberale. E, dopo aver passato una vita a militare e a dire la sua a voce alta, adesso vive tutto solo la stagione del disincanto. «Ho commesso infiniti errori, ho sofferto malesseri terribili, ho inflitto malessere, e non ne sono contento. Nonostante questo, con Caterina siamo riusciti negli anni a darci del tu. Con Corrado e Sabina cerco di rispettare la loro unicità. Il bello degli amori, non solo con i figli, ma anche con le altre persone, è che sono irripetibili. Nessuno somiglia all’altro. Ero un padre separato e cercavo di fare quello che potevo».

«Una volta ha fatto una scena strappacuore», racconta Caterina. «Frequentavo la prima media, a piazza Fiume. Quel giorno pioveva a dirotto. Forse si era dimenticato di aver chiesto a Corrado di venirmi a prendere, cosa che mio fratello ha fatto regolarmente. Papà però si è presentato anche lui all’uscita di scuola e, come sempre, in ritardo. Corrado ed io eravamo tornati a casa. Quando ci ho parlato al telefono, era disperato. Era convinto di avermi perso». 
Guzzanti padre guarda sua figlia, sorride. La scena si aggancia in lui al ricordo di quelle sere in cui «dopo aver chiesto permesso a sua madre, addormentavo Caterina leggendole Il richiamo della foresta di Jack London». 

LIBRI
Un’immagine che ritorna, variata, nel tempo. Caterina ha tredici anni e il padre la ossessiona con La Storia di Elsa Morante. A quel punto, forse più per liberarsene che per altro, si porta il romanzo in Sardegna. «Non riuscivo a staccarmi dalla lettura. Alla fine, parlavo come Useppe, il protagonista, e tanti miei personaggi sono nati da lì». Terzo quadro: Caterina non è più una bambina, ha diciassette anni, e il professore d’italiano del liceo le consegna un elenco di romanzi da leggere per le vacanze estive. Tra questi c’è Cent’anni di solitudine di Garcia Marquez. «Alcuni capitoli me li ha letti quell’estate papà a voce alta. Un altro libro che mi ha segnato».

CRAXI
Facciamo di nuovo un piccolo passo indietro. È il 1987. Eugenio Scalfari, allora direttore de La Repubblica, chiede al suo inviato Paolo Guzzanti di andare a intervistare Bettino Craxi in Tunisia. E lui, tutto contento, si porta dietro Caterina. «Craxi era per me solo quel signore che nel grande mercato di Hammamet mi regalò degli accrocchetti, specie di braccialetti, che poi per tanti anni restarono a casa impolverati. Perché “non si poteva buttare il regalo di Craxi!”». 

NATURA
Oggi Caterina ha un figlio di 4 anni, avuto dal compagno Walter, che fa il pilota. «Il piccolo si chiama Elio, come il fratello di mio padre, un personaggio molto particolare che era simpatico a tutta la famiglia», racconta Guzzanti, che si trova per la prima volta a fare il nonno. «Il mio terrore era che mi fosse indifferente o che non potessi sviluppare un amore nuovo, dedicato. Poi Caterina mi mostrò le ecografie. Rimasi sbalordito. Mi affezionai subito. E ora Elio mi gratifica molto perché quando viene a casa mia abbiamo i nostri percorsi stabiliti, come la stanza in cui disegniamo, quella del vecchio giocattolo». «Elio è un bimbo deciso, sfrontato, molto diverso da come eravamo noi da piccoli, tutti un po’ timidelli, timorati di Dio», dice l’attrice, che si sta preparando a girare un film in Puglia, opera prima del ventiseienne Matteo Gentiloni, in cui reciterà per la prima volta in un ruolo drammatico: «Farò una madre che ha perso un figlio e ne ha abbandonato un altro». 

L’anno scorso Paolo, Caterina e Elio hanno fatto un viaggio tutt’e tre insieme, in Sicilia. «Era settembre, faceva cattivo tempo e non ci restava che ammirare i tramonti. Con papà che faceva finta di farseli piacere». «Io odio la natura e i tramonti mi fanno schifo – confessa Guzzanti senior – L’universo è una trappola assassina, una cloaca di vomito e sassi. Noi nasciamo non si sa perché. E tutto sarà finito senza che resti memoria di nulla». 

LE GAMBE
Gli animali, invece, piacciono a entrambi. «Io non posso concepire di avere un cane solo perché odio lo sfruttamento che ne fanno gli uomini», spiega il padre. Mentre la figlia da ragazzina aveva il suo cavallo. E ora è diventata quasi del tutto vegetariana. «Sono rimasta sconvolta dalle immagini degli allevamenti intensivi, da come sono tenute queste povere bestie. E da quando ho Elio, ho smesso di mangiare i “bambini” degli altri. Solo in casi estremi, e non più di una volta al mese». Prima di abbandonare il nostro angolino, parliamo dei loro volti così diversi. «Fisicamente non ci assomigliamo in nulla, tranne che nei polpacci», gioca Caterina. «Mi ha passato queste gambe da calciatore e insiste pure ad averle, anche se è dimagrito. E io a fare inutilmente stretching tutti i giorni». 
 
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