Decreto fiscale, si punta a rottamazione soft: più scadenze per le rate

Decreto fiscale, si punta a rottamazione soft: più scadenze per le rate
3 Minuti di Lettura
Sabato 10 Novembre 2018, 19:12 - Ultimo aggiornamento: 19:16
Una sanatoria ancora più conveniente, con scadenze dilazionate nel corso dell'anno per consentire ai contribuenti di pagare importi più bassi delle singole rate. A spingere per rendere ancora più soft la rottamazione ter è il Movimento 5 Stelle, che tra gli emendamenti al decreto fiscale chiede anche, insieme all'alleato leghista, di allargare le maglie della definizione agevolata, di non fare perdere i benefici per «lievi inadempimenti» o di includere anche avvisi bonari e omessi versamenti, o gli errori formali, da chiudere, per la Lega, pagando 150 euro per anno di imposta.

Gran parte delle richieste di modifica arriva dalle opposizioni, che però si muovo in ordine sparso. Sul fronte del condono vero e proprio, se il Pd chiede infatti di abbassare le soglie (ora nel testo a 100mila euro e comunque massimo 30% di quanto già dichiarato), Forza Italia punta invece ad alzare il tetto, portandolo a 500mila euro. Di segno opposto anche le proposte sulla rottamazione, con i Dem che chiedono ad esempio che gli accertamenti siano sanabili solo per chi si trova in oggettiva difficoltà e che ci siano delle misure anti furbetti, che si mettono in regola in modo agevolato e poi vengono beccati ad avere altri redditi non dichiarati. Mentre Forza Italia chiede che la rottamazione sia consentita, in tutte le sue declinazioni, fino all'ultimo minuto utile, ad esempio anche per le cartelle arrivate quest'anno.

Diverse proposte, convergenti in questo caso, chiedono di includere anche i debiti verso gli enti locali, tutelandoli però - chiedendo che sia opzionale - dallo stralcio definitivo delle mini-cartelle sotto i mille euro, che rischierebbero di creare problemi sui bilanci in particolare dei piccoli Comuni. Anche il Movimento cerca una soluzione, che potrebbe passare per un nuovo riaccertamento dei residui.

Tra le quasi 600 proposte di modifica spunta anche una vera e propria sfida lanciata da LeU e sinistra, con diversi emendamenti che chiedono di cancellare i sussidi dannosi per l'ambiente (in tutto valgono circa 16 miliardi), una delle voci che il Movimento 5 Stelle ha sempre citato come possibile bacino da cui recuperare risorse.

Cinque Stelle e Lega hanno presentato circa una settantina di emendamenti, alcuni fotocopia, come quello per evitare abusi sulla vendita di telefonini, tablet e prodotti informatici sui marketplace, cioè le piattaforme online che vendono per conto terzi e nelle quali si possono 'annidarè truffe sul fronte del reverse charge Iva - che si chiedere di prorogare al 2022 - con operatori che non la versano per poi «scomparire dopo alcuni mesi o anni di attività».

Sul fronte della rottamazione se la Lega chiede che si possano sanare senza sanzioni e interessi anche i tributi locali, dall'Imu-Tasi all'occupazione di suolo pubblico, i 5 Stelle si concentrano sui contribuenti in difficoltà, che, se passerà il loro emendamento, pagheranno due rate nel 2019 (con scadenze a luglio e novembre) che diventeranno 4 l'anno a partire dal 2020 (febbraio, maggio, luglio e novembre). I leghisti avanzano invece altre proposte, che vanno da una serie di ritocchi alla riforma delle Bcc, tagliando, ad esempio, il numero dei componenti dei Cda dei nuovi gruppi, a misure ad hoc per fare fronte alla crisi di Campione d'Italia, dopo la richiesta di fallimento del Casinò.

 
© RIPRODUZIONE RISERVATA